Giani, appello ad Arcuri: "Servono altri vaccini". Seconda dose a rischio

L'appello "deciso, sentito e forte" del presidente della Regione al commissario straordinario per l’emergenza

La vaccinazione di un anziano

La vaccinazione di un anziano

Firenze, 19 gennaio 2021 - Un appello "deciso, sentito e forte" al commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri con cui il governatore toscano Eugenio Giani chiede che le dosi di vaccino della Toscana "vengano consegnate il prima possibile". Con un’aggiunta importante: "che si garantiscano i tempi di consegna". Perché la Toscana sta utilizzando le piccole scorte di vaccino per i richiami: le 620 dosi a chi aveva effettuato la prima iniezione nel ’Vax day’ del 27 dicembre sono state somministrate domenica scorsa.

Congelate le agende per le prime iniezioni fino al 20, sono garantiti i 302 richiami previsti il 20 gennaio, i 761 del 21 e, con qualche sforzo, si arriva a coprire anche i 2.366 del 22. Ma dopo sarà il blocco totale se non arriva la nuova fornitura di vaccini Pfizer, pur decurtata. In Toscana sarebbero dovute arrivare ieri, secondo quanto deciso unilateralmente dall’azienda farmaceutica, 18.720 dosi anziché le 29.250 previste. Il problema è che ne sono arrivate – anche se quasi a sorpresa – solamente 1.170 all’Asl Toscana centro. Sull’arrivo delle restanti 17.550 non ci sono certezze.

La Regione fa affidamento che si tratti di uno slittamento, come già era accaduto per le precedenti consegne. Ma se dovesse prolungarsi l’attesa, oggi stesso la Regione dovrà prendere delle decisioni per spostare gli appuntamenti già programmati per i richiami dal 23 in poi, molto numerosi, solo il 23 sarebbero 3.493 le iniezioni da fare. Ma per queste quantità le scorte sono esaurite. Dunque per evitare di fare arrivare le persone nei punti vaccinali allestiti negli ospedali senza poter effettuare le punture, bisognerà spingere avanti. Mentre la Toscana sta lavorando al massimo per accelerare la seconda fase, il freno dei vaccini che non arrivano è un forte handicap.