Un gancio al Parkinson: la malattia si combatte con la boxe

Lo sport come strumento per limitare i danni di questa malattia degenerativa che solo in Toscana conta oltre 20mila casi, dei quali 2mila a Firenze

L'iniziativa dell’associazione “Un gancio al Parkinson”

L'iniziativa dell’associazione “Un gancio al Parkinson”

Firenze, 28 gennaio 2020 - I sintomi del Parkinson si combattono con il pugilato. È stato lanciato oggi, a Firenze, il progetto innovativo messo in campo dall’associazione “Un gancio al Parkinson” per limitare i danni di questa malattia degenerativa che solo in Toscana conta oltre 20mila casi, dei quali 2mila a Firenze.

«Fra i malati di Parkinson si registrano più donne che uomini e, negli ultimi anni, l’età di esordio si è progressivamente abbassata, ci sono pazienti anche di 40-50 anni – ha detto l’assessore regionale alla Salute, Stefania Saccardi -. In Regione abbiamo costituito un gruppo di coordinamento per il monitoraggio del percorso terapeutico della malattia, anche per scongiurare i problemi di carenza dei farmaci, che si sono verificati in passato. E abbiamo una stretta collaborazione con l’Associazione dei pazienti parkinsoniani. Guardiamo con favore a questa nuova esperienza, che consente di contrastare i sintomi e rallentare il corso della malattia».

«La boxe – afferma il presidente dell’associazione “Un gancio al Parkinson”, dottor Maurizio Bertoni - oltre a essere uno degli sport più antichi al mondo, è anche uno dei più completi, perché sviluppa coordinazione dei movimenti, equilibrio, riflessi, ed elasticità dei muscoli. Allenare queste qualità, che si perdono in occasione di patologie neurodegenerative, come appunto il Parkinson, migliora sensibilmente la qualità di vita dei pazienti, anche in fase avanzata della malattia».

L’associazione opera all’interno del Training Lab di Firenze, primo centro medico dove si pratica la boxe contro il Parkinson e dove attualmente sono seguiti gratuitamente, due volte a settimana, 25 pazienti (17 uomini e 8 donne) di età compresa tra i 50 e i 75 anni. Entro febbraio l’associazione pubblicherà anche il primo studio scientifico che analizzerà i benefici dati dalla boxe ai fini del rallentamento dei sintomi del Parkinson. Negli Stati Uniti è già stato pubblicato uno studio, basato su 6 pazienti, ma quello di Firenze avrà molto più valore scientifico, coinvolgendo 25 persone. Intanto, i primi effetti positivi sono già visibili. Secondo l’associazione, dopo i primi tre mesi di allenamento i pazienti mostrano un buon miglioramento dell’equilibrio, della postura e della coordinazione, riuscendo a muoversi e camminare in modo migliore e a mantenere questi progressi nel medio-lungo periodo.

Il morbo di Parkinson irrigidisce progressivamente i muscoli, rendendo difficili i movimenti e la parola. In questi anni ha colpito anche personaggi famosi come Papa Giovanni Paolo II e l’ex campione dei pesi massimi, Muhammed Alì. Ma proprio dal mondo del pugilato arriva oggi un prezioso aiuto, utile per rallentare il corso della malattia.

Lisa Ciardi