
Lieve aumento dei casi di tumore in Toscana
Firenze, 27 gennaio 2024 – In Toscana aumentano i casi di tumore al polmone nelle donne. Sempre più frequenti, anche nei giovani, neoplasie della tiroide e della pelle. Le stime di incidenza nel nostro Paese mostrano una crescita attesa significativa delle persone che sviluppano patologie tumorali. Nel 2020 è stato stimato che in Italia ci sono oltre 3 milioni e 600mila persone che hanno avuto una diagnosi di tumore e questo numero è destinato a crescere di circa il 3% l’anno. Ne abbiamo parlato con Katia Belvedere, direttrice dell’Ispro (Istituto per la prevenzione e la rete oncologica) e Giovanna Masala, direttrice Epidemiologia dei fattori di rischio e degli stili di vita dell’Ispro.
Percentualmente quant’è la crescita attesa?
"In Toscana le stime indicano una crescita annua molto inferiore all’1% nel numero di nuove diagnosi tumorali in entrambi i sessi. Un dato atteso sulla base del progressivo invecchiamento della popolazione".
Quanti toscani hanno avuto a che fare con i tumori?
"Si stima che ci siano oltre 200mila persone che hanno affrontato un tumore. Tra questi alcuni stanno effettuando approfondimenti, altri terapie specifiche o esami di controllo, mentre una piccola parte è in fase avanzata di malattia".
Buona notizia: la sopravvivenza dei toscani è aumentata...
"In media è il 65% a 5 anni dalla diagnosi, percentuale fra le più alte in Italia. Per melanoma, tumore della mammella e della prostata, la sopravvivenza a 5 anni ha superato l’80%".
I tumori in aumento?
"Per fornire considerazioni esaustive non basta tenere conto delle variazioni percentuali dei numeri assoluti, ma bisogna valutare l’andamento nel tempo delle nuove diagnosi di specifici tumori. E per farlo è necessario che le istituzioni possano contare su organi tecnici multiprofessionali come i registri tumori".
In Toscana c’è...
"La Toscana è tra le poche regioni che possono vantare la presenza di un Registro tumori regionale oggi strutturato in Ispro, che dalle aree di Firenze e Prato nel 1985 si è consolidato in tutta la regione dal 2013; negli ultimi quarant’anni si è creata un’importante serie storica di dati su cui basarci per capire quali siano i tumori in crescita e quali in calo".
C’è un brusio di fondo molto poco scientifico che collega l’aumento dei tumori alla vaccinazione di massa...
"Non esistono dati a supporto di tale ipotesi. Un possibile effetto indiretto, non della vaccinazione, ma della pandemia, potrebbe essere rappresentato da un andamento inizialmente in diminuzione e poi in aumento nelle diagnosi di tumore legato proprio all’effetto di sovraccarico delle strutture sanitarie, nelle fasi più acute della pandemia".
Uomini e donne hanno lo stesso rischio di andare incontro a patologie neoplastiche nel corso della vita?
"In generale il rischio di sviluppare un tumore nel corso della vita è leggermente più alto negli uomini. Ci sono poi differenze specifiche. Nelle donne il più frequente è il tumore della mammella, che può colpire una donna ogni otto. Nell’uomo over 50 il tumore più frequente è quello della prostata (un caso ogni 9). Il tumore del colon retto è il secondo più frequente nelle donne e il terzo più frequente negli uomini. Il tumore del polmone è al secondo posto come frequenza di diagnosi nell’uomo e al terzo tra le donne".
Le cure sono più efficaci?
"A terapie classiche chirurgiche e mediche, chemioterapia e terapia radiante, sempre più perfezionate, si sono affiancati altri strumenti come l’immunoterapia e le terapie biologiche, che hanno permesso un ulteriore netto miglioramento nella cura dei tumori, soprattutto per quanto riguarda alcune sedi tumorali specifiche. Sia nelle fasi iniziali della malattia che in quelle avanzate, si può intervenire con terapie che permettono un prolungamento della sopravvivenza, se non addirittura una cronicizzazione della malattia".
Per quali neoplasie si registra la maggior crescita?
"Nelle donne c’è un aumento di casi di tumore del polmone, più lieve è invece l’aumento dei casi di tumore della mammella. In entrambi i sessi sono in crescita due patologie a buona prognosi frequenti tra i giovani: il melanoma e il tumore della tiroide".
Le stime dimostrano l’utilità dello screening?
"I dati indicano una riduzione progressiva del tumore del colon retto. Pensiamo che ci sia una correlazione con lo screening che consente di identificare sia i tumori in fase precoce, sia quelle lesioni che ne precedono la comparsa. Analoghe considerazioni si possono fare per il tumore della cervice uterina, con una diminuzione in atto da tempo. Un trend da associare alla combinazione di screening e dall’introduzione di azioni di prevenzione primaria".
A parte gli screening, c’è la prevenzione primaria, gli stili di vita che dovrebbero aiutare. Quali sono i consigli soprattutto in campo alimentare?
"È nota l’associazione molto forte tra fumo e tumore del polmone, ma il tabacco è responsabile anche di una quota di altri tumori quali il tumore della vescica e del rene. Si stima poi che circa il 40% dei tumori sia attribuibile a stili di vita non corretti. E un terzo dei tumori della mammella in post menopausa è attribuibile a inattività fisica, consumo di bevande alcoliche e obesità".
I rischi dell’obesità e del sovrappeso...
"Sono associati a un aumento di rischio per tanti altri tumori".
Quanto è importante l’attività fisica?
"E’ importante mantenere sotto controllo il peso e adottare uno stile di vita attivo, dedicandosi a un’attività fisica anche moderata, come camminare a passo spedito, in modo regolare".