Bimbo avuto da ex allievo: "Che questa storia non pesi sui nostri figli"

Prato, via al processo alla donna rimasta incinta da un quindicenne. Parla il marito

Marito e moglie arrivano in tribunale nei mesi scorsi

Marito e moglie arrivano in tribunale nei mesi scorsi

Prato, 2 luglio 2019 - UNITI nel bene e nel male per affrontare insieme una situazione difficile, che ha stravolto due famiglie e nella quale è indispensabile fare di tutto per proteggere i minori. E’ con questo spirito che ieri mattina si sono presentati alla prima udienza del processo con rito ordinario al tribunale di Prato l’operatrice socio-sanitaria, 31 anni accusata di violenza sessuale e atti sessuali sul 15enne da cui ha avuto un figlio la scorsa estate, e suo marito, 32 anni, imputato per falsa attestazione in stato civile per aver riconosciuto suo quel bimbo pur sapendo di non esserne il padre naturale.

Marito e moglie sono arrivati poco prima delle 9 accompagnati da Mattia Alfano, avvocato difensore assieme a Massimo Nistri, per la prima udienza del processo, rinviato al 23 settembre. Il motivo del rinvio è da attribuire al cambio del collegio giudicante: si tratta di una sezione costituita di recente e dedicata a gestire processi con imputati sottoposti a misura cautelare, come nel caso della 31enne ai domiciliari da marzo. L’udienza è durata poco meno di mezz’ora, durante la quale si è provveduto a calendalizzare le prossime udienze: dopo la prima del 23 settembre ne sono state fissate due a ottobre e altrettante a novembre. L’obiettivo è arrivare a sentenza entro fine anno. «Cerchiamo di affrontare al meglio questo processo che si sperava iniziasse prima, ma così è. Mia moglie è provata ma tranquilla – ha detto il marito, mentre la donna a pochi passi da lui non ha potuto parlare, ma ha solo annuito come dire ‘sono qua’ –. Continuiamo ad affrontare la vicenda come abbiamo fatto dall’inizio e vogliamo che venga fuori la verità». La coppia resta unita: «Supporto mia moglie. Non approvo magari altre cose, ma il supporto c’è. Il nostro rapporto non è rotto – prosegue l’uomo, che conferma di sentirsi ingiustamente tirato dentro al processo –, cercheremo di affrontare al meglio questa faccenda, anche se per le nostre famiglie è stato uno sconvolgimento». Il pensiero del 32enne è per i due figli: «Ci organizziamo per tenere al sicuro i bambini. E’ la cosa più importante. Una situazione difficile che cerchiamo di non far pesare loro. Se sento il secondo figlio come mio? E’ stato ed è da sempre il mio bimbo». La 31enne, in jeans neri, maglietta bianca e capelli raccolti in una coda, osserva la selva dei giornalisti, sta zitta e gli occhi le si inumidiscono mentre il marito parla e spiega la loro vita stravolta. All’avvocato Alfano il compito di illustrare i passi in attesa di settembre. «Oggi è stata fatta la calendarizzazione delle udienze. Abbiamo presentato una lista corposa di testimoni – ha detto il legale –, nostra intenzione era di fare il processo con rito abbreviato, ma non è stato possibile. I miei clienti vivono con la disposizione di chi deve affrontare accuse gravi, ma con la consapevolezza di difendersi con tanti testimoni. Abbiamo presentato appello al tribunale del Riesame per quanto riguarda la revoca dei domiciliari alla donna, richiesta rigettata: pensiamo che sarà fissata udienza prima della fine dell’estate. Depositeremo oggi (ieri, ndr) una nuova autorizzazione per proseguire il percorso terapeutico già avviato da un paio di mesi». All’udienza erano presenti i pm Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli, oltre all’avvocato della famiglia dell’adolescente, Roberta Roviello.

Sara Bessi