Toscana zona rossa: spesa, supermercati e negozi, ecco come vanno avanti le vendite

Scattano ulteriori restrizioni. I negozi che non vendono alimentari e beni di prima necessità devono chiudere

Un supermercato (Foto di repertorio)

Un supermercato (Foto di repertorio)

Firenze, 13 novembre 2020 - La Toscana entra nella zona rossa. Le norme anti-coronavirus diventano più stringenti. Il ministro Speranza firma l'ordinanza che adesso chiude ulteriormente la regione rispetto all'esterno. Cambiano diversi aspetti della vita quotidiana, anche per quello che riguarda la spesa e l'acquisto di generi alimentari. 

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Quali negozi restano chiusi

I negozi che non vendono alimentari e generi di prima necessità restano chiusi. Aperti ovviamente i supermercati e i negozi di alimentari per la spesa quotidiana della collettività. Andare a fare la spesa sarà uno dei "comprovati motivi" che permetteranno alle persone di uscire. Per il resto, rimangono aperte le tabaccherie e le edicole. Chiudono i centri scommesse all'interno delle tabaccherie: i "corner" dei giochi a premi all'interno di questi negozi saranno inattivi. 

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Le regole nei supermercati

Dentro i supermercati, per quanto riguarda il distanziamento, restano le regole dell'ultima ordinanza regionale di fine ottobre: al massimo una persona ogni dieci metri quadri, cosa che impone dunque un ingresso scaglionato dei clienti con possibili code. Per il resto, gli stessi supermercati potranno vendere generi di prima necessità ma non tutti gli altri articoli, come il vestiario ad esempio. Saranno gli stessi direttori dei supermercati a interdire l'accesso agli scaffali con merce che non si può acquistare. 

Ristoranti, bar e pasticcerie

Come per la zona arancione, tra le 5 e le 22 ristoranti bar e pasticcerie potranno vendere merce esclusivamente con asporto. Il cliente non potrà sostare nel negozio, potrà farlo solo per il tempo del ritiro merce. Non è consentito il consumo in prossimità dei locali. 

Aree di servizio 

Le aree di servizio autostradali, così come quelle degli aeroporti e degli ospedali possono restare aperte e continuare la somministrazione di cibi e bevande anche non da asporto anche di sera. 

Consegne a domicilio

Come si diceva, i negozi che non vendono beni di prima necessità devono restare chiusi. Il Governo permette comunque a questi negozi di effettuare consegne a domicilio. ll tutto "nel rispetto dei requisiti igienico sanitari sia per il confezionamento che per il trasporto, ma con vendita a distanza senza riapertura del locale. - si legge sul sito del Governo - Chi organizza le attività di consegna a domicilio - lo stesso esercente o una cd. piattaforma - deve evitare che al momento della consegna ci siano contatti personali a distanza inferiore a un metro".