
I soccorsi in azione
Firenze, 23 dicembre 2021 - È passata alla storia come la ‘strage di Natale’ perché accadde il 23 dicembre, il giorno dell’antivigilia, sul Rapido 904. Il treno era partito da Napoli ed era diretto a Milano, carico di persone in viaggio per le feste di Natale e di fine anno. Famiglie intere stavano per riunirsi con amici e parenti. Nelle valige c’erano i regali da mettere sotto l’albero e da aprire tutti insieme una volta a casa.
I nonni erano felici di abbracciare i nipotini, i genitori non vedevano l’ora che arrivassero i figli per festeggiare tutti insieme. D’un tratto, quella dolce attesa divenne dramma, quella gioia si trasformò in dolore, e quell’atmosfera di festa in tragedia: esattamente alle 19:08 del 23 dicembre del 1984. In questo stesso giorno di trentasette anni fa, l’Italia venne colpita nuovamente al cuore con un’altra delle stragi della cosiddetta ‘strategia della tensione’. Quando un ordigno, posizionato nella nona carrozza del convoglio, esplose con una carica radiocomandata, mentre il treno percorreva i diciotto chilometri della galleria Direttissima tra Vernio e San Benedetto Val di Sambro, sull’Appennino tosco emiliano. Luoghi non distanti da quelli della strage Italicus del 1974. L’esplosione avvenne nella lunga galleria tra l’Emilia e la Toscana.
La bomba sul Rapido 904 fece una carneficina, provocando 16 morti e 267 feriti. Il boss Totò Riina, morto nel 2017, era l’unico imputato a Firenze al processo d’appello. Quel bagno di sangue sarebbe stato il frutto di un disegno strategico in risposta al maxiprocesso contro Cosa Nostra. Per la strage ci sono state condanne passate in giudicato, fra cui quella all’ergastolo di Pippo Calò, fedelissimo di Riina. In tempi più recenti, una rilettura di atti e indagini aveva portato la Procura di Firenze a individuare Riina come presunto mandante dell’attentato dinamitardo e della strage.
Nasce oggi
Dino Risi nato il 23 dicembre 1916 a Milano. È stato uno dei più noti e apprezzati registi del panorama internazionale. Pluripremiato, considerato uno dei massimi esponenti della commedia all’italiana. Ha detto: “Il ripasso della propria vita è un esercizio che tutti dovrebbero fare, a una certa età. Si vede quel che ci siamo lasciati alle spalle, il buono, il cattivo, il ridicolo, l’inutile. Ma anche certi momenti di felicità e di luce, che ci consolano delle gambe che hanno perso agilità, del cuore “che batte come un mare stanco” (Sandro Penna), dei nomi dei cari amici che non ricordiamo più”.