
L’avvocato Gianluca Luongo insieme ad alcuni dei parenti delle vittime dell’eccidio
"L’atto d’appello dell’Avvocatura dello Stato è un insulto alla memoria delle vittime e ai loro familiari". L’avvocato Gianluca Luongo, che insieme ai colleghi Emanuele Belardi ed Eugenio Longo rappresenta i 17 eredi delle vittime dell’eccidio nazifascista di Falzano a Cortona, non nasconde l’indignazione. "Non si mettono in discussione i diritti dei nostri assistiti – afferma – ma si tenta di spostare il procedimento in un altro tribunale con l’unico risultato di ritardare il pagamento. È una strategia dilatoria, una forma di accanimento processuale verso chi attende giustizia da più di ottant’anni".
La decisione dell’Avvocatura dello Stato di impugnare la sentenza del Tribunale di Arezzo, che lo scorso 22 gennaio ha condannato la Repubblica Federale di Germania a risarcire 3,7 milioni di euro ai familiari delle vittime del massacro compiuto il 27 giugno 1944, ha riaperto ferite mai sanate. Il Tribunale aveva riconosciuto la responsabilità civile della Germania come erede del Terzo Reich e la legittimità della giurisdizione italiana per crimini contro l’umanità. Secondo l’Avvocatura, invece, a dover risarcire è lo Stato italiano tramite il Fondo istituito dal decreto-legge 36/2022, il cosiddetto "decreto Draghi".
Una tesi che si fonda anche sulla presunta incompetenza territoriale del Tribunale aretino, che secondo lo Stato avrebbe dovuto rimettere il giudizio a Firenze o Roma. Ma la Corte ha respinto questa interpretazione, affermando che il Fondo non può essere attivato senza una sentenza che accerti e quantifichi il danno.
Dura la reazione anche sul piano politico. "Suscita sdegno l’ennesimo esempio di ostruzionismo del governo contro i parenti delle vittime di crimini nazifascisti", ha dichiarato il senatore del Partito Democratico Dario Parrini. "La Presidenza del Consiglio e il Ministero dell’Economia hanno chiesto all’Avvocatura di appellare una sentenza chiara, che dava giustizia a figli, nipoti e pronipoti delle vittime di Falzano. Per inciso, si tratta delle stesse persone cui l’Agenzia delle Entrate, con un clamoroso errore, chiese il pagamento delle imposte sui risarcimenti, salvo poi fare retromarcia dopo le proteste".
Parrini denuncia poi la mancanza di trasparenza sull’uso del Fondo: "Ho presentato sette interrogazioni parlamentari senza mai ricevere risposta. Il governo evita accuratamente di chiarire quanto sia stato erogato finora. Nel frattempo, si attacca a ogni pretesto per rinviare il pagamento dei risarcimenti. È ignobile, considerando che si parla di crimini contro l’umanità e che i figli delle vittime, ormai anziani, rischiano di morire senza ottenere giustizia".
Il consigliere regionale Vincenzo Ceccarelli aggiunge: "Questa decisione mette in discussione non solo un diritto legittimamente affermato, ma anche la sensibilità dello Stato italiano verso le vittime delle barbarie nazifasciste. La sentenza di Arezzo rappresentava un atto di giustizia e dignità. Il ricorso rischia di vanificare tutto questo". Il prossimo appuntamento è fissato per il 4 novembre 2025, quando la Corte d’Appello di Firenze sarà chiamata a esprimersi sul ricorso.