
L'attore nello spot e nel giorno della sua laurea
Firenze, 13 giugno 2022 - Nello spot della Nuova 500, che mostra insieme all’auto altri gioielli italiani come Andrea Bocelli con il figlio Matteo, la loro voce e la loro musica, c’è tanta Toscana e anche un pezzo di Firenze. Il ciclista è infatti interpretato da Andrea Fantini, fiorentino doc, classe 1998, che si è diplomato al liceo classico di Empoli e ha appena conseguito la laurea magistrale in Fisica e Astrofisica all’ateneo fiorentino, a soli 24 anni. La vita di Andrea Fantini si divide tra la scienza e la passione per la cinematografia, ha studiato infatti alla Scuola di Cinema Immagina del registra Giuseppe Ferlito con cui adesso collabora.
Andrea, come nasce l’idea di questo spot?
“Questa opportunità è nata un po’ per combinazione. Feci domanda a scatola chiusa. Dopo mesi che avevo fatto domanda, mi arrivò una telefonata in cui mi informavano che ero stato scelto per una pubblicità in cui dovevo interpretare un ciclista nella pubblicità della Fiat. Mi dissero che dovevo andare a Pisa al Teatro Verdi dove dovevamo girare questo spot. Dunque le uniche informazioni che avevo erano queste: andare a Pisa a girare uno spot della Fiat dentro un teatro”.
Poi cosa è successo?
“Arrivato lì, vidi il nome di Bocelli. Iniziai a salire le scale, a cercare il camerino dove cambiarmi, e intanto sentivo che il nome di Bocelli aleggiava in tutto il teatro. Ma allora non lo avevo ancora incrociato. Dopo essermi cambiato mi ritrovai sul palco a girare con Andrea Bocelli e il figlio. È stata un’esperienza bellissima, fare conoscenza dei Bocelli e degli altri ragazzi dello spot, un’esperienza divertente ed entusiasmante. Ho portato a teatro diversi lavori ma è stata la prima volta che recitavo in una pubblicità”.
Ha incontrato Bocelli, cosa vi siete detti?
“Con Andrea non molto, ho parlato col figlio Matteo, ci siamo incrociati per la prima volta a tavola e si è presentato. Un ragazzo molto semplice, molto alla mano e molto simpatico. Più che parlarmi del suo singolo e dei suoi progetti futuri, era più interessato al mio lavoro di fisico e di attore. Questa l’ho trovata una cosa molto carina”.
Ha due passioni, ce le racconta?
“Sto cercando di farmi strada nel mondo del cinema, e nel frattempo aiuto il mio insegnante col quale mi sono formato, Giuseppe Ferlito. Attualmente faccio da assistente alla sua Scuola di Cinema Immagina di Firenze, ma porto avanti anche la mia passione per la fisica. Sono stato anche a Berlino per preparare al meglio la mia tesi sui computer quantistici e oggi mi sono laureato”.
Da quanto tempo collabora con la scuola di cinema di Firenze?
“È da sei anni oramai che conosco Giuseppe Ferlito, che è regista e direttore della scuola. Da settembre mi ha chiesto di aiutarlo con i ragazzi, perché avere qualcuno che, anche come età, è più vicino ai giovani allievi, lo aiuta molto nell’approcciarsi a loro. E sono ben contento di dargli una mano. La scuola di Cinema Immagina, oltre ad essere un punto di riferimento per il cinema indipendente di Firenze, ora sta avviando anche un festival dedicato, e sforna tantissimi corti che gira coi ragazzi della scuola per dar loro un’opportunità e una visibilità. L’ultimo lungometraggio invece l’ha girato in Sicilia e si chiama ‘Re Minore’. Con Ferlito girai il corto ‘Un amore così distante’ nel terzo anno di scuola, a coronamento del mio percorso, in cui interpretavo il terzo protagonista, un ragazzino che spezzava i sogni d’amore del protagonista, in pratica il toy boy della cantante lirica di cui si era innamorato”.
Ha anche progetti a teatro?
Tre settimane fa ho portato sul palco la commedia americana ‘Rumors’ di neyl famos con un gruppo di ragazzi conosciuti alla scuola di Ferlito. Insieme abbiamo deciso di dare una chance a noi stessi anche dal punto di vista teatrale. La regia è di Pietro Venè e Cristina Bacci. L’anno prossimo pensiamo di proporre altri lavori con la medesima compagnia e intanto continuerò la collaborazione con Ferlito”.
A cosa si sente più legato? Alla passione per il cinema o a quella per la fisica?
“È una domanda difficile. Il mio approccio al mondo è sempre ‘fisico’, nel senso che mi chiedo sempre il perché delle cose e cerco sempre di modellare in strutture ben precise tutto ciò che mi sta intorno. In generale la mia fascinazione per tutto ciò che di umano è stato raggiunto, la vedo molto divisa tra il mondo logico e l’illogico. Per quanto riguarda la logica, sento ovviamente una grande guida da parte della fisica. Per quanto riguarda la recitazione, mi sembra il modo migliore per conoscere noi stessi e per fare questo tuffo nell’inconscio e nell’ignoto. Ora come ora mi sento molto ‘fisico’, però il divertimento che traggo dalla recitazione, la fisica non me lo può dare. Ma sono contentissimo di aver fatto questo percorso e mi sento profondamente cambiato grazie allo studio della fisica e alla struttura mentale che ti da”.