BEPPE NELLI
Cronaca

Fase due Toscana: spazi, mascherine e lettini sterili. Le spiagge rischiano il grande flop

Dalla Versilia alla Maremma, l’esasperazione dei balneari: "Sommersi da norme pensate dai burocrati"

Rodolfo Martinelli del Bagno Aurora di Viareggio (foto Umicini)

Versilia, 14 maggio 2020 - Io e te tre metri sopra il cielo? Macché. Se va bene ce ne staremo in spiaggia a 5 metri di distanza, e nemmeno un cuore di panna tra noi: solo la mascherina. Le indicazioni dell’Inail e dall’Istituto superiore di sanità per gli stabilimenti balneari agitano gli imprenditori, ma non meno la clientela di una Versilia dove l’ombrellone in prima fila si tramanda di padre in figlio. Distanze di sicurezza e piscine chiuse minacciano di conseguenza alberghi, ristoranti, negozi e seconde case. Prima del Covid ci lavoravano decine di migliaia di versiliesi con un fatturato a nove zeri.

I requisiti varati per le spiagge ricordano un po’ i campi profughi: 5 metri tra le file degli ombrelloni, ingresso e uscita separati, igienizzanti onnipresenti al posto del salmastro... Chi ha l’arenile stretto come in Passeggiata monterà una manciata di ombrelloni: ma figuriamoci in Liguria o nelle zone livornesi, e davanti a Massa e Carrara dove la sabbia è stata erosa. Addio incassi. "La salute prima di tutto", giura il presidente dei balneari viareggini Pietro Guardi. Ma critica la direttiva delle piscine chiuse: "In città le hanno costruite 50 bagni, con grandi sacrifici". Andare nello stabilimento con piscina era un must. E ora? Ora c’è l’arrabbiatura di imprenditori storici come Rodolfo Martinelli del Bagno Aurora davanti a Città Giardino, il quartiere vip. "Sono prescrizioni impossibili da sostenere economicamente – urla Martinelli – e con disagi insopportabili per la clientela: meglio stare chiusi. L’Europa della Bolkestein vuole farci morire per dare tutto ai grandi gruppi tedeschi". La paura di un’estate senza bagnanti aleggia pure su Lido di Camaiore. Laura Bottarelli del Bagno Cavallone invita alla calma: "Per ora sono solo ipotesi, aspettiamo i decreti regionali senza spaventare la clientela".

Gli unici tranquilli sembrano i proprietari di ville a Forte dei Marmi che, come in ogni crisi del passato (Guerra nel Golfo, attacchi terroristici) verranno e soggiorneranno più a lungo senza il Ferragosto all’estero. Per gli altri c’è l’horror vacui. Così le associazioni dell’imprenditoria turistica hanno imposto all’Ambito dei Comuni versiliesi di rititare l’incarico affidato all’Università di Pisa per un protocollo sanitario extra. Il timore di troppe norme ha vinto sullo slogan "Versilia sicura". Ma il sindaco di Camaiore Alessandro Del Dotto se la prende coi piani alti: "Regione e e Governo fanno norme sganciate dalla realtà e poco chiare. La responsabilità del contagio deve ricadere sulla legge, non sugli imprenditori". Gli fa eco Roberto Franceschini dello stellato Ristorante Romano: "Come faccio a riaprire? Se rispetto le prescrizioni ma si ammala un dipendente, danno la colpa a me".

Il guazzabuglio tocca anche le spiagge libere, come la celebre Lecciona tra Torre del Lago e la Darsena di Viareggio che tiene in vita i camping: ma vale lo stesso per le scogliere di Calafuria, Calambrone tra Pisa e Livorno, e non parliamo di Orbetello e della Maremma. Secondo l’Inail dovranno essere a numero chiuso e controllate con accesso prenotato sulle App. Lo farà l’esercito sotto il solleone a 40 gradi? Il sindaco viareggino Giorgio Del Ghingaro ne ha parlato con la Regione: "Impossibile militarizzare tre chilometri di spiaggia e pineta senza finanziamenti dal Governo. Ci affidiamo alla correttezza dei cittadini come nei parchi? Discutiamo da 20 giorni ma non ci sono ancora linee guida".

L’unica buona novella per i balneari arriva da Grosseto, dove il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna ha rinnovato 102 concessioni demaniali marittime fino al 2033, congelando le aste della Bolkestein che tanto spaventano i balneari. Ha messo nel sacco l’Unione europea con un bando pubblico, basato sul Dlgs 112/98 e la Legge regionale 88/98, con una spruzzata di Legge finanziaria 145/28. Codici e codicilli sono più letali del Coronavirus. © RIPRODUZIONE RISERVATA