Sos occupazione. "Sicurezza, è l’ora del fare. Più controlli e formazione"

Il nuovo segretario generale della Cisl Toscana e la piaga delle morti bianche. "Patente a punti e benefici a chi investe sul rispetto delle norme. E ispezioni"

Luana D’Orazio, morta il 3 maggio a Prato sotto un orditoio a 22 anni

Luana D’Orazio, morta il 3 maggio a Prato sotto un orditoio a 22 anni

Firenze, 24 maggio 2021 -  Controlli a sorpresa, un vero ‘esercito’ di ispettori Asl, patente a punti per gli imprenditori che credono nella sicurezza nel lavoro come valore imprescindibile. È il piano della Cisl di fronte all’emergenza sicurezza sul lavoro in Toscana. Lo lancia Ciro Recce, il nuovo segretario generale della Cisl Toscana che succede a Riccardo Cerza (nella segreteria anche Roberto Pistonina come segretario generale aggiunto e Francesca Ricci, che già faceva parte dal 2017 della Segreteria regionale). Recce ha seguito in particolare le tematiche legate a sicurezza, formazione e mercato del lavoro. "Basta chiacchiere dalla politica, dalla Regione Toscana aspettiamo progetti concreti, noi ci siamo per condividerli" esclama.  

L’anno scorso oltre 2000 lavoratori e lavoratrici hanno perso la vita, 185 in questi primi tre mesi del 2021. Una mattanza che non può passare più sotto silenzio. "Sulla sicurezza abbiamo una legislazione tra le migliori d’Europa in tema di sicurezza, ma non serve a nulla se poi non viene concretamente applicata. Dopo ogni vittima è un profluvio di parole, servirebbe di più lavorare ogni giorno per sciogliere i nodi che rendono inattuate le norme".  

La politica ha parlato dopo la morte di Luana D’Orazio e fatto promesse anche dalla Regione Toscana. Ci crede? "Di promesse la Regione, soprattutto in questi ultimi mesi, ne ha fatte tante, ma vorremmo capire quali sono le idee, i progetti e come li portiamo avanti. Garantisco la massima disponibilità della Cisl a collaborare e condividere questo sforzo, mentre non servono, su terreni come il lavoro e la sicurezza, le fughe in avanti solitarie. Non costruiscono niente".  

Mancano gli ispettori Asl per fare controlli continui e costanti. Sono stati assunti solamente per la task force sulle ditte cinesi a Prato. Non siamo messi bene sul fronte prevenzione, insomma. "Il 97% delle aziende italiane ha la ragionevole speranza di non essere visitata da un ispettore. È evidente che il sistema dei controlli così non va: inutile, quasi ipocrita, che le istituzioni facciano la faccia cattiva dopo ogni incidente, se non aumentano gli ispettori. I controlli, a sorpresa, servono. E poi serve un meccanismo che valorizzi chi è in regola e punisca chi non lo è: noi la chiamiamo patente a punti e la chiediamo da tempo".  

Si è pensato che tanti problemi fossero nelle ditte gestite da stranieri. Per far presa urgono ripetizioni sulla cultura della legalità su cui ci riempiamo spesso la bocca. Per tutti gli imprenditori. "In certi laboratori i controlli hanno riscontrato condizioni di semischiavitù, ma è chiaro che sul non rispetto delle regole, visto il numero così alto di infortuni, anche noi italiani non scherziamo. La sicurezza non è solo un problema di sfruttamento, ma di cultura. Serve più formazione, soprattutto per i giovani, iniziando a parlarne già a scuola e non solo negli istituti tecnici, per costruire questa cultura. E serve più addestramento sui posti di lavoro, sulle macchine, per conoscere l’ambiente in cui si opera e i rischi concreti delle lavorazioni. Perché in certi gesti, anche se ripetuti mille volte, c’è la differenza tra tornare a casa la sera o morire".  

Il mercato condiziona. C’è poco lavoro in giro per cui si mette a repentaglio la sicurezza? "È un rischio che c’è sempre e che purtroppo aumenta nei periodi di crisi; sta ai datori di lavoro, alle Asl, alle istituzioni, ognuno per la sua parte, ognuno con la propria coscienza, fare in modo che non accada".  

Giovani e ingresso nel mondo del lavoro. Luana aveva un contratto da apprendista con formazione di 4 ore con altra mansione. "L’apprendistato è finalizzato a formare il lavoratore e il datore di lavoro ha l’obbligo di garantire la formazione, con un tutor per tutto il periodo del contratto. Se si rispettano le regole, è uno dei migliori contratti per i giovani che si avvicinano al mondo del lavoro. Ma non si può barare, perché poi la gente muore. E torniamo alla necessità dei controlli".  

Molti politici del Pd chiedono il superamento del reddito di cittadinanza e politiche attive del lavoro. È d’accordo? "Il reddito di cittadinanza doveva avere due gambe, da un lato ammortizzatore sociale, dall’altro preparazione e reinserimento lavorativo: la seconda non si è vista; senza è solo un sussidio sociale, pure giusto se non si ha di che vivere, ma non c’entra con le politiche per il lavoro".