PIETRO MECAROZZI
Cronaca

Scandalo Keu, il processo. Parte civile: 40 richieste. Inquinamento in altri siti? Ecco le zone interessate

C’è anche l’istanza dell’azienda Le Rose (la vecchia gestione è sotto accusa). Le aree pisane e aretine sotto i riflettori per possibili contaminazioni

Processo Keu a Firenze (New Press photo)

Processo Keu a Firenze (New Press photo)

Firenze, 11 maggio 2024 – Ci sono Comuni, associazioni, enti, società e privati cittadini. C’è anche la Regione Toscana e la Città Metropolitana. Nella maxi aula 32 del tribunale di Firenze non ci sono più posti a sedere. È uno dei processi più importanti degli ultimi anni in Toscana, che punta a far luce sulla vicenda Keu, gli scarti dei rifiuti conciari di Santa Croce sull’Arno, affidati ad aziende reputate collegate alle cosche di ‘ndrangheta e finiti sotto la strada regionale 429 e in altri cantieri edili. Ieri è stato il giorno della costituzione delle parti civili: sono circa 40 le richieste pervenute al gup Gianluca Mancuso, che deciderà nella prossima udienza del 7 giugno se ammetterle al processo. A sorpresa, a fare domanda anche la società Lerose. L’azienda risulta tra le sei imprese a cui i pm della procura di Firenze, Christine von Borries (subentrata a Giulio Monferini) e Luca Tescaroli, contestano la responsabilità amministrativa dipendente da reato per fatti commessi dagli amministratori. Oggi l’amministratore giudiziario de Le Rose, subentrato alla vecchia gestione, ha deciso comunque di proporre azione civile. Grande assente: il ministero dell’Ambiente che, come già anticipato nelle scorse settimane, non si costituirà.

Gli inquirenti hanno chiesto anche il rinvio a giudizio per 24 persone, tra cui gli imprenditori calabresi Francesco e Manuel Lerose, la sindaca di Santa Croce sull’Arno, Giulia Deidda, il consigliere regionale Andrea Pieroni (Pd), il funzionario regionale dell’ambiente Edo Bernini, l’ex capo di gabinetto della Presidenza della Regione Ledo Gori.

Il vero convitato di pietra di ieri è stato però un’altro. Tra i presenti corre di bocca in bocca la notizia di un secondo possibile filone di inchiesta legato ad altri siti inquinati, oltre i 13 già individuati nel 2021.

È stata l’assessora Monia Monni, rispondendo nei giorni scorsi in Consiglio regionale a un’interrogazione della Lega, a evocare l’esistenza di una inchiesta bis: "È in corso un’attività ricognitiva da parte di Arpat in stretta connessione con la procura di Firenze — aveva detto — . Ad oggi non sono noti gli esiti di tali indagini ma in ogni caso non è possibile rivelare dove siano gli altri potenziali siti oggetto di sopralluoghi e analisi".

Ci sono nuovi siti, quindi, dove è stato trovato il Keu, e sono stati individuati grazie all’analisi dei documenti sequestrati nella precedente inchiesta. Secondo indiscrezioni, gli esami e le verifiche di tecnici Arpat e carabinieri si starebbero concentrando nelle province di Pisa e Arezzo. Sulla vicenda, la procura di Firenze mantiene il massimo riserbo. Ma proprio da queste nuove risultanze investigative, stando a quanto si apprende, i pm hanno aperto un nuovo fascicolo (relativamente giovane) parallelo al primo, con l’obiettivo quanto prima di dare vita a una cartina geografica con i nuovi siti contaminati.

Comuni e cittadini, intanto, attendono con apprensione. Era il 15 aprile 2021 quando le indagini della Dda di Firenze fecero scoppiare il caso, portando alla luce i presunti legami tra ‘ndrangheta, politica e imprese con gli scarti delle concerie del distretto di Santa Croce. Dal Pisano all’Aretino, ancora oggi per alcuni dei 13 siti individuati dalle indagini devono partire le bonifiche. Alle quali, con molta probabilità, se ne aggiungeranno altre.