Rider morto a Firenze, la Toscana chiede una legge nazionale a tutela dei lavoratori

Il presidente della regione Eugenio Giani: "Siamo arrivati a provvedimenti legislativi in Consiglio regionale, ma serve andare oltre". Il neo deputato Emiliano Fossi: "I rider hanno pochi diritti e tanti rischi"

Polizia municipale sul luogo dell'incidente a Firenze (New Press Photo)

Polizia municipale sul luogo dell'incidente a Firenze (New Press Photo)

Firenze, 3 ottobre 2022 - Serve una legge nazionale a tutela dei lavoratori. È quanto chiede la regione Toscana dopo la morte del rider Sebastian Galassi, 26 anni, a Firenze. Lo ha espressamente sottolineato il presidente Eugenio Giani. "Noi siamo arrivati anche a provvedimenti legislativi in Consiglio regionale - ha dichiarato il governatore -, ma è evidente che occorre andare oltre: occorre una legge nazionale he ponga i rider fra i lavoratori con tutte le tutele del contratto nazionale". "Il fatto che possano essere precarizzati e sottopagati - ha aggiunto Giani - è un qualcosa che urta la più profonda sensibilità di chi ha responsabilità istituzionali. Per questo quando vennero davanti alla Regione per invocare delle misure, io volli stare con loro, addirittura mi misi con il motorino a circolare con loro per dimostrare vicinanza. Ma soprattutto quello che conta è che poi stringemmo con dei protocolli di intesa le prime forme di tutela per il loro lavoro". 

Anche il sindaco di Firenze Dario Nardella ha lanciato un appello sulla necessità di una nuova norma disciplina nazionale. Per i rider "abbiamo già più volte detto che è necessario individuare il rapporto di lavoro nell'ambito di un contratto collettivo nazionale, ma soprattutto chiediamo una nuova disciplina a tutela dei lavoratori che fanno questo tipo di attività, ma anche a regolare in maniera semplice ed efficace il settore del delivery. Come città di Firenze lanceremo ai nostri parlamentari del territorio ed anche del resto del Paese, la proposta di scrivere insieme ai rappresentanti dei riders una norma di questo tipo perché se non la fa il Governo, saremo noi a spingere", ha dichiarato il primo cittadino di Firenze. Per Nardella "non possiamo chiudere gli occhi davanti a queste tragedia. La vita umana vale più di qualsiasi altra cosa. Che ci sia qualcuno che perda tempo e chiuda gli occhi davanti a questi eventi drammatici è inaccettabile". Su questa tipologia di lavoratori, ha poi aggiunto il sindaco, "quello che abbiamo chiesto al Governo e al Parlamento uscenti lo chiediamo ai nuovi con grande forza: occorre una legge semplice ma chiara per disciplinare tutto il settore del delivery che ha molti margini economici a scapito dei clienti che pagano di più, dei ristoratori che pagano percentuali molto alte per avere questo servizio e soprattutto dei lavoratori che lavorano in condizioni davvero precarie con pochissimi diritti e zero tutele". 

"La morte di Sebastian - si è aggiunto all'appello anche il neodeputato del centrosinistra Emiliano Fossi - porta con sé un fortissimo senso di ingiustizia. I rider hanno pochi diritti, tanti rischi: è ora di intervenire. Da parte mia mi impegnerò in prima persona per combattere contro il precariato e contro chi non si preoccupa della sicurezza dei lavoratori". "Sono d'accordo col sindaco Nardella - ha aggiunto Fossi in una nota - è necessaria una nuova disciplina a tutela dei lavoratori. Giovani e no, senza tutele, senza garanzie: o facciamo qualcosa adesso per loro oppure perdiamo tutti".