Riaperture, il pressing delle Regioni. "Bar e ristoranti aperti anche in zona rossa"

Ecco le linee guida dei governatori: consumazioni al bancone, sì alle partite a carte e alla lettura dei giornali. Oggi la cabina di regia

Presto torneranno anche le partite a carte nei bar

Presto torneranno anche le partite a carte nei bar

Firenze, 16 aprile 2021 - Tutti a scuola dal 3 maggio. Ma proprio tutti: anche i ragazzi delle superiori. Per garantire un mese pieno di lezioni in presenza agli studenti di ogni ordine e grado, la riapertura dei ristoranti a pranzo potrebbe slittare al 10 maggio: per la cena si dovrà attendere la settimana successiva. È questo il programma da cui prenderà il via la cabina di regia sulle ripartenze convocata stamani a Palazzo Chigi da Draghi: non che la spinta per anticipare le aperture si sia fermata o sia rallentata. Le Regioni presentano un’agenda a maglie decisamente larghe, con l’idea di applicarle, in molti casi, anche nelle zone rosse.

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Tredici pagine in tutto per tre capitoli: il primo è quella della ristorazione, con la proposta di tenere aperti ovunque i locali anche a cena. Per questo si suggerisce di integrare le misure attuali con «strategie di screening/testing». Oltre alla prenotazione (non obbligatoria) e al solito kit (mascherina, igienizzante e così via) figura la misurazione della temperatura, il distanziamento dei tavoli (2 metri all’interno, 1 all’esterno). E se non ci sono posti a sedere, si devono contingentare gli ingressi, garantendo la distanza di due metri tra i clienti. Via libera anche ai buffet (purché i clienti non tocchino i cibi) e alle partite a carte nei bar che potranno di nuovo fornire quotidiani da leggere. Ma dopo le 14 vietata la consumazione al banco. Il secondo capitolo si occupa di impianti sportivi e termali: per le palestre gli ingressi (possibili anche in scenari ad alto rischio) devono essere pianificati, spazi e spogliatoi vanno organizzati in modo da garantire la distanza di due metri.

Nelle piscine le presenze vanno gestite assicurando 7 metri quadri di acqua a nuotatore, mentre nelle aree verdi e nei solarium deve essere garantita una superficie di 10 metri quadri ad ombrellone. Regole che valgono anche per centri termali e benessere. Quanto a cinema e spettacoli dal vivo – l’ultimo capitolo – le Regioni consigliano la prenotazione, la distanza di un metro tra gli spettatori che indossano la mascherina, 2 metri senza dispositivi di protezione. Che i musicisti potranno togliere durante l’esecuzione, rispettando il distanziamento.

Impossibile per i ballerini, per cui devono essere prese in considerazione «altre misure».

Sulla data i governatori restano reticenti: se la cavano con un imprecisato «tempestivamente». In mente, però, hanno un giorno preciso: il 26 aprile. Che sia necessario aprire al «più presto» la delegazione leghista guidata dal ministro Giorgetti, lo ripete a Draghi nell’incontro pianificato per discutere di Pnrr. «Se ci sono dati da zona gialla, perché non riaprire da lunedì o martedì?», insistono Romeo e Molinari.

Prende nota il premier, che replica: «Serve unità, basta dispetti». Il problema è che i dati della pandemia sono tutt’altro che solidi, a partire dalla cifra più ballerina di tutte: quella della percentuali di vaccinati nelle fasce più a rischio. Non a caso, tra i parametri dei nuovi profili di rischio cui stanno lavorando Regioni e Istituto superiore di sanità, si pensa di inserire il tasso di copertura vaccinale del 70% per over 80 e fragili per ripartire in sicurezza. Se a questo si aggiunge la convinzione per cui «riaprire tutto insieme vorrebbe dire rischiare di richiudere a stretto giro», si capisce perchè la decisione sarà quella di muoversi con i piedi di piombo, graduando e calibrando le ripartenze. Se i capofila delle riaperture saranno scuole ed esercizi pubblici, ultime ad aprire i battenti saranno palestre e piscine; in ballo la scelta tra il riaprire solo i ristoranti all’aperto, come vorrebbe Speranza, o tutti come chiedono i governatori.

Incerto ma probabile lo slittamento di due ore del coprifuoco, mobilità tra le regioni ancora limitata, malgrado il pressing delle regioni. Peraltro, oggi si discuteranno anche i dati dei contagi: a rischiare la zona rossa potrebbe essere la Sicilia, mentre la Campania potrebbe tornare in arancio. Ad illustrare la linea di condotta del governo in tema di riaperture sarà Draghi in conferenza stampa: è probabile che non parli solo di riaperture ma pure di crescita, da lui considerata il terzo fronte del governo. Tanto da pensare di chiarirlo fin dal nome del prossimo provvedimento: decreto crescita e impresa.