Firenze, 17 marzo 2021 - “Le risposte, quelle che attendono tutti quei genitori, sembrano non voler arrivare. È come una punizione, un lutto ingiusto e sempre acceso dove ogni giorno è uguale al primo. Ogni mattina si sveglia come tutti quei genitori distrutti, le cui figlie sono morte senza un perché e senza la possibilità che la loro fine possa in qualche modo preservare la vita di altre ragazze come loro; giovani e belle alla ricerca di realizzare i propri sogni nel mondo. Gabriele e gli altri genitori puntano il dito contro un sistema scorretto, contro controlli insufficienti o inesistenti e condizioni di viaggi studenteschi precarie, contro gite low-cost, organizzate da associazioni para-universitarie come l’Esn, a pochi spiccioli, con il rischio di un’andata senza ritorno”.
È un estratto de "La figlia d'Europa. Il sogno infranto di Elena Maestrini”, il volume della giornalista e scrittrice Jule Busch, tedesca trapiantata in Maremma. Nel suo lavoro per IlGiunco.net, la giornalista ha seguito passo passo i tragici fatti accaduti il 20 marzo 2016 al chilometro 333 dell’autostrada Ap7 che collega Valencia e Barcellona, all’altezza di Freginals, in Catalogna. Un pullman carico di studenti che tornavano dal Festival del Fuoco de Las Fallas finisce fuori strada. Persero la vita 13 studentesse tra i 18 e i 25 anni.
Tra di loro c’erano anche tre giovani toscane: Elena Maestrini di Bagno di Gavorrano, Valentina Gallo di Firenze e Lucrezia Borghi di Greve in Chianti. Il volume ha per protagonista Elena, “ma è come se parlasse di tutte le ragazze che non ci sono più”, afferma Busch.
“Ho voluto scrivere questo volume - aggiunge, - perchè mi sono appassionata alla terribile vicenda ed ho voluto così che la storia di Elena, giovane in gamba, apprezzata e amata da tutta la comunità del suo piccolo paese del grossetano, non venisse mai dimenticata”. Il libro è un grido di dolore contro “la giustizia che ancora non c’è stata e chissà se mai ci sarà”. Ancora non è nemmeno fissata la data del processo. L’unica imputato è l’autista del mezzo. Ma la giustizia spagnola, lentissima, non ha proprio voluto scoperchiare il vaso di Pandora delle associazioni studentesche, accreditate dalle Università spagnole, che offrono tour a prezzi stracciati, “non rispettando neppure le pause riposo degli autisti”.
“E’ il sistema che ha fallito - non ha dubbi l’autrice -. Le famiglie non puntano il dito contro nessuno. Vogliono che siano trovati i responsabili di questa strage”. Il libro è stato consegnato tempo fa al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. Il babbo di Elena, Gabriele Maestrini, ha fatto tutte le battaglie possibile e immaginabili. Si è incatenato, ha scritto, ha rilasciato interviste. Ha bussato a tutte le porte. “Tante promesse, ma alla fine resta da solo”, conclude la giornalista.