FRANCESCO MARINARI
Cronaca

Radio, la svolta digitale è nell'app che le contiene tutte: "E le sfide non finiscono qui"

Parla Michele Gulinucci, direttore di Player Editori Radio, che ha lanciato il progetto Radioplayer

Michele Gulinucci, Michele Gulinucci, direttore di Player Editori Radio

Firenze, 5 maggio 2020 - "Se non avessimo reagito, la radio sarebbe finita come tante altre storie di successo poi travolte dalla rivoluzione digitale. E invece abbiamo creduto nella tecnologia. E ora con questa app, le radio italiane fanno un ulteriore salto di qualità". Parola di Michele Gulinucci, vicedirettore di Rai Radio e direttore di Player Editori Radio, società che si è dotata di un'app gratuita, Radioplayer, già scaricabile sugli store digitali. E che permette di ascoltare tutte le principali radio italiane. Sia i grandi network che le radio regionali e locali.

"Non c'è niente da spendere per scaricare l'app - dice Gulinucci - E inoltre i dati degli utenti non verranno venduti a terzi. Crediamo che la differenza la facciano i contenuti e vogliamo che tutte le radio partano alla pari, sia le grandi che le piccole".

Svolta sempre più tecnologica dunque per le emittenti radiofoniche, che già da un decennio hanno abbracciato il digitale. Podcast, playlist di musica personalizzate, dirette Facebook sono ormai l'ingrediente principale di ogni radio. Sono 34 milioni gli italiani che ascoltano radio nel giorno medio. Dati in crescita per quello che resta il mezzo di comunicazione più "antico".

Direttore, l'uscita della app Radioplayer avviene in un momento davvero particolare per la fruizione di contenuti digitali come è l'emergenza coronavirus

"Può essere singolare lanciarla di questi tempi. Ma eravamo pronti e non abbiamo voluto aspettare. D'altronde la radio è un mezzo forte anche in situazioni di emergenza. Perché resta una certezza per la popolazione. Anche in virtù di questa digitalizzazione forzata davanti alla quale ci troviamo di questi tempi".

Come nasce il progetto Radioplayer?

"L'idea era quella di una piattaforma comune, da mettere a disposizione di tutte le radio. Esistono già aggregatori radiofonici, ma si tratta di piattaforme commerciali. L'unico interesse di Radioplayer è quello di diffondere in maniera ordinata, su un'unica piattaforma e su tutti i sistemi operativi i tanti programmi che le emittenti italiane producono ogni giorno". 

Come si finanzia la piattaforma?

"Sono le radio a pagare un contributo annuale. La piattaforma si ripaga con questo. Abbiamo messo insieme 140 radio, una quota consistente della radiofonia. L'utente non deve sostenere nessun costo. Scaricarla, come dicevo, è gratuito. E soprattutto sull'app non c'è pubblicità. Le piccole radio, nell'app, sono accanto ai grandi gruppi nazionali. Un segnale di coesione del comparto. Una grande collaborazione nel segno della tecnologia. Siamo convinti che la competizione sia sui contenuti e non sul mezzo. Le tecnologie devono essere paritarie". 

Tema sensibile di questi tempi è quello del trattamento dei dati...

"L'utente che scarica l'app non perderà il controllo dei suoi dati personali. Li custodiremo senza cederli a terzi. Il valore del trattamento dei dati è un nostro valore". 

Dai podcast alla presenza sui social: la svolta digitale della radio che ruolo ha avuto per la sopravvivenza delle emittenti?

"Il mondo della radio da più di un decennio fa i conti con un processo di digitalizzazione a cui nessuno è in grado di opporsi. Assistiamo alla dematerializzazione degli accessi: l'apparecchio radio come lo conoscevamo è orma residuale. Rispetto alla televisione la trasformazione digitale è stata ancor più veloce e massiccia. E gli editori hanno ritagliato il prodotto sulla tecnologia. Vincendo una scommessa: se la radio non avesse reagito così sarebbe finita. Ha reagito, si è adattata. E viaggia su canali che sono nati dopo".

Vi aspettate che con quest'app un ulteriore cambiamento nella tipologia di pubblico?

"Il pubblico della radio cambia in continuazione, pensiamo solamente alla 'migrazione' dagli apparecchi radio agli smartphone. E al peso fortissimo che ha ancora l'ascolto in auto. E c'è anche la frontiera degli assistenti domestici (come Alexa di Amazon, ndr). Stiamo arrivando anche lì. E, nel settore dell'automotive, Radioplayer possa essere supportato dai cruscotti digitali di nuova generazione. Per questo stiamo lavorando con i protagonisti del settore. Il pubblico che ci segue in auto perché è importantissimo".

Sparirà la trasmissione in fm come l'abbiamo conosciuta?

"In Italia non c'è un termine per lo switch off dell'fm. Non è una piattaforma obsoleta. E' una piattaforma analogica, quindi con i suoi difetti e inconvenienti. Ma è l'asse portante della radiofonia italiana fin dalla sua origine quindi non sparirà. Il senso di Radioplayer è rafforzare i tre grandi pilastri della radio in Italia: la trasmissione in fm, il dab ovvero la radio digitale e internet. E' su questo terzo pilastro che abbiamo fatto un passo importante con la creazione dell'app, che sarà presente su tutti i device e i sistemi operativi". 

Lei è vicedirettore di Radio Rai. Molte trasmissioni dell'emittente radiofonica nazionale sono oggi presenti anche in video e anche su Facebook, spesso in diretta. Che ruolo hanno i social nella fruizione della radio?

"I social oggi rappresentano una ulteriore frontiera della radio, come la cosiddetta visual radio. Un progetto in espansione. Ma dei progetti Rai parleremo la prossima volta".