Pisa, la zia del killer: "Chiedo scusa ai figli della psichiatra uccisa. Li vorrei abbracciare"

Lo sfogo della donna: sono anni che Gianluca ci fa disperare, siamo esausti. "Lo Stato aveva il dovere di curarlo, invece ha abbandonato la nostra famiglia. Pregherò ogni giorno per quei tre orfani, ma al dolore inflitto non c’è rimedio".

Torre del Lago (Lucca), 26 aprile 2023 – Da una parte la spiaggia e il mare della Versilia che ormai si appresta a ricevere la consueta onda d’urto dei turisti; dall’altra il lago di Massaciuccoli – placido e calmo come non mai – che ha ispirato Giacomo Puccini. Nel mezzo lungo la strada che congiunge il mare alla dimora del Maestro è tutta un’altra musica. Qui sorge una palazzina a due piani. È un’abitazione modesta e allo stesso tempo dignitosa quella della signora G. È la zia di Gianluca Paul Seung, il 35 enne arrestato dalla polizia perché ritenuto il responsabile dell’aggressione e dell’omicidio della psichiatra Barbara Capovani. Al pian terreno la pizzeria Tommy che porta il nome di suo figlio – cugino di Gianluca – che gestisce in prima persona l’attività. La zia di Seung ieri ha trovato la forza e il coraggio di parlare, vincendo la naturale riservatezza del suo carattere, per chiedere scusa ai figli e ai familiari della dottoressa massacrata a bastonate. Quasi a volersi togliere di dosso un peso, un macigno che si porta sullo stomaco.

Gianluca Paul Seung
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Signora, in paese parlano tutti di una tragedia annunciata. Perché non sono stati colti i segnali?

"Sono anni che conviviamo con questa situazione. Fin da quando mio nipote era un ragazzo ha avuto tanti problemi. Ci ha fatto disperare, ma siamo stati lasciati soli".

Che cosa avete fatto in questi anni?

"Mia sorella (la madre di Gianluca, ndr) ha fatto di tutto e di più. L’ha affidato ai servizi sociali del Comune, poi alla psichiatria della Asl. Questo ragazzo doveva essere curato, le istituzioni dovevano fare qualcosa. Ma non è stato fatto nulla. Nulla. La convivenza in casa con un ragazzo così problematico è stata difficile fin da quando era adolescente. Quando i disturbi della sua mente si sono manifestati, mia sorella si è chiusa in se stessa e si è allontanata anche da me".

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Quando è stata l’ultima volta che ha visto suo nipote qui a Torre del Lago?

"Sarà stato una quindicina di giorni fa. Andava a prendere il treno. Non so se andava a Lucca, a Pisa o addirittura a Napoli. Era libero di fare ciò che voleva. Per un periodo, magari, era tenuto sotto controllo, ma poi si tornava da capo e lui era libero di fare ciò che voleva".

Solo che ora c’è una famiglia, quella della dottoressa Capovani, che piange. Cosa si sente di dire loro?

"È terribile. Chiediamo scusa ai familiari e soprattutto ai figli di quella dottoressa. Sono una mamma anch’io e credo di capire cosa stiano provando. Purtroppo al dolore inflitto non c’è rimedio. Posso solo chiedere scusa e dire a quei ragazzi che pregherò per loro ogni giorno. Li vorrei conoscere, li vorrei vedere e abbracciare. È un gesto forte quello che chiedo, lo so, ma è quello che mi sento di fare. Cercate di capirmi. Di capire tutta la nostra famiglia. Stiamo male e stiamo soffrendo per questa situazione".

La zia di Gianluca Paul Seung ci saluta gentilmente dicendo che non ha altro da aggiungere e che preferisce starsene in casa da sola, lontana dai riflettori. Sotto cui contro la sua volontà, è finita per l’ultima follia compiuta da suo nipote che forse le istituzioni avrebbero dovuto fermare e curare prima. Prima che si arrivasse a un epilogo così drammatico, così doloroso. Per i familiari della vittima. Ma anche per i familiari del presunto omicida.