
Accorsi Giorgetti
FIRENZE, 11 Maggio 2021 . «L’emozione mi ha riportato qui alla Pergola dove sono stato accolto anni fa dal direttore Marco Giorgetti come in un abbraccio: e oggi con lo stesso abbraccio torniamo in scena dopo giorni di silenzio. 430: troppi". Stefano Accorsi direttore artistico della Fondazione teatro della Pergola ha tagliato il nastro di un primato segnato dalla pandemia in due fasi, come un vaccino. L’altra sera al Teatro Era di Pontedera e ieri alla Pergola con lo spettacolo "Giocando con Orlando - Assolo". Accorsi non solo sul palco ma la mattina alla conferenza del teatro della Pergola per la stagione che riprende. Giorno di rinascita e premessa di un cartellone che si snoderà fino all’8 giugno per poi ricominciare a settembre.
Gli spettacoli spazieranno dalla Mafia di Luigi Sturzo, adattato dal regista Piero Maccarinelli, al Pinocchio di Pier Paolo Pacini passando per La donna volubile di Goldoni. "Ripartiamo, ma consapevoli di una nuova identità – e con un nuovo rapporto col pubblico – dice Marco Giorgetti –. Il nostro teatro ha riflettuto in questo periodo, ha lavorato e capito che si deve cambiare. Le linee coi giovani, dei rapporti con l’Europa e con la lingua italiana diventano sempre più chiare in un percorso che riusciamo a sperimentare grazie al nostro pubblico. E questa sperimentazione è la nostra nuova vita". "La Pergola – spiega l’assessore e presidente della Fondazione Tommaso Sacchi – vede attualmente più di 60 giovani impegnati, sotto contratto, e maestri che si adoperano per creare il nuovo teatro. Oggi è una giornata storica. Abbiamo fatto un percorso lunghissimo che non è finito. Abbiamo un tavolo permanente degli assessori alla Cultura col governo col ministro Franceschini. Siamo un settore che è andato in crisi come non si vedeva dal secondo Dopoguerra". Tra i presenti il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo: "Come Consiglio regionale abbiamo voluto istituire una commissione che si occupasse di questi temi e le prime risorse le abbiamo messe a disposizione di quei lavoratori del mondo dello spettacolo che non avevano ricevuto alcun ristoro".
"Con la pandemia – ha ammesso il presidente di Fondazione CR Firenze, Luigi Salvadori – abbiamo capito che la cultura non è il superfluo di cui possiamo fare a meno. Senza cultura non si dà respiro all’umano più vero. Noi sosteniamo da sempre la necessità per salvaguardare con la cultura, la salute pubblica. Ma non c’è uomo senza lo spazio libero del pensiero e dello spirito", ha concluso Salvadori citando Monica Guerritore. Sulla formazione la Pergola va avanti come sempre, con le attività del Centro di Avviamento all’Espressione suddivise in varie tipologie,e la scuola di Favino. Ancora l’interazione tra sistema culturale e cittadinanza trova attuazione, oltre ai progetti del Cae, in quelli sull’Area Metropolitana. Sul piano internazionale, confermate le linee d’azione che hanno caratterizzato gli ultimi tre anni della Fondazione: lo sviluppo di una rete di diplomazia culturale grazie ai partenariati con Parigi, Atene, New York, Los Angeles e altri in via di definizione. E con presenze come Bob Wilson, Israel Galván, Euripides Laskaridis, Dimitris Papaoiannou e Charles Chemin. Si percepisce oltre la famosa quarta parete, la nuova formazione di un piccolo capolavoro.