
polizia
Arezzo, 21 giugno 2025 – “Ti sgozzo, ti do fuoco alla casa”. Aggressione con il cavalletto della bici e minacce di morte in pieno centro ieri nel primissimo pomeriggio. E’ accaduto tra via Sassoverde e piazza San Domenico intorno alle 14,30, quando uno straniero ubriaco ha iniziato a dare in escandescenze urlando in mezzo alla strada. “Mi sono affacciato alla finestra di casa in via Sassoverde e ho visto un uomo sulla trentina, un pakistano, che gridava e suonava ripetutamente il campanello del portone, diceva di cercare la casa famiglia – spiega un aretino che qui vive ed ha un’attività in piazza San Domenico – gli ho detto che la casa famiglia, si riferiva al Thevenin, era più avanti e di smettere di suonare il campanello e gridare. Mi ha dato del bugiardo dicendo “torno stanotte e do fuoco a tutto, ti sgozzo”, brandendo il cavalletto della bici”. A quel punto l’aretino scende, si trova a qualche metro dallo straniero che inveisce, ma decide di riparare dentro la propria attività in piazza San Domenico. “Ho pensato ai miei figli, non volevo compromettermi – continua – mi sono chiuso dentro l’ufficio e ho chiamato la polizia. L’uomo all’esterno continuava a gridare, visibilmente ubriaco, e ha lanciato la sua bici contro la mia vetrina. Continuava a brandire il cavalletto dicendo “te lo infilo in gola, ti sgozzo”. Nel giro di 10 minuti sono arrivate cinque pattuglie, due dei carabinieri e tre volanti della polizia. Lo hanno portato via dopo averlo spogliato e perquisito, quindi hanno ascoltato i testimoni, sia dentro il mio ufficio che i vicini di casa. Mi hanno consigliato di fare denuncia per aggressione e minacce ed è quello che ho fatto. Sono però molto preoccupato per aver subito un’aggressione di questo tipo in pieno giorno e in pieno centro, in una zona quella di San Domenico fino a poco tempo fa molto tranquilla, frequentata da residenti e turisti. In questura ho saputo che il pakistano con precedenti e già conosciuto alle forze dell’ordine, era in zona perché sua moglie che è stata allontanata da lui per maltrattamenti, si trova appunto nella struttura protetta di via Sassoverde. Sono molto preoccupato perché poco dopo la mia denuncia, lo straniero era già a piede libero ed è tornato ad inveire contro la mia vetrina”.