Disabilità, l'Osservatorio incontra il presidente del Consiglio, "Priorità l'integrazione"

Il 22 settembre a Palazzo Chigi l’Osservatorio Nazionale sulla disabilità ha riunito varie associazioni ed enti: l’inclusione come priorità

L’Osservatorio supporta la realizzazione di politiche nazionali in tema di disabilità

L’Osservatorio supporta la realizzazione di politiche nazionali in tema di disabilità

Firenze, 23 settembre 2020 - Martedì scorso a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha presieduto l’incontro dell’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità a cui hanno partecipato esponenti di molte associazioni, enti e istituzioni impegnate sul tema. L’Osservatorio supporta la realizzazione di politiche nazionali in tema di disabilità e segue l’attuazione della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dall’Italia nel 2009.

Nella riunione – che ha visto, fra le altre, la partecipazione di FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – si è ripetutamente sottolineata la necessità di dare priorità all’integrazione come strumento di adesione e inclusione di tutti gli individui alla vita sociale, culturale, politica ed economica del Paese, in particolare delle persone con disabilità. A tal riguardo il presidente del Consiglio ha detto che sono già stati previsti obbiettivi fra cui il consolidamento delle tutele economiche all’interno di un’ampia riforma dell’intero sistema, l’adozione di un “Codice della Disabilità” volto a promuovere la considerazione della persona diversamente abile nelle sue potenzialità, l’aggiornamento della legge sul “Dopo di Noi” e la piena adozione della “Direttiva europea sull’accessibilità”. 

Si auspica che un’attenzione e un’intenzione concrete e incisive nel programma del Governo su queste delicate tematiche. In passato le persone con disabilità soffrivano di una relativa invisibilità e tendevano a esser considerate soprattutto come bisognose di protezione, cure e assistenza, secondo un approccio di tipo medico o caritativo-assistenziale. Nel corso degli ultimi decenni c’è stato un positivo e necessario cambiamento di mentalità e di prospettiva, per cui si parla oggi di un approccio alla disabilità basato sui diritti umani che attribuisce alle persone – soggetti di diritto – potere (to empower) e assicura una piena partecipazione delle stesse alla vita del Paese in una maniera che sia rispettosa e che tenga conto delle differenze, assicurando uguaglianza di opportunità e sviluppo.

Il nodo centrale è che i diritti sono di tutti e se riuscissimo parlare della vulnerabilità non come un’anomalia del singolo, ma un elemento che nel corso della vita può essere comune a tutti, come una condizione che la società ha il dovere di proteggere e rispettare, in una parola, come un motivo di organizzazione sociale, si potrebbero abbattere molte barriere che tutt’ora esistono e che ci auguriamo che il nostro Paese si appresti a rimuovere.

D’altra parte, un Paese che non considera o tratta i suoi membri vulnerabili come un’eccezione ed è capace di assicurare loro gli stessi diritti di ogni cittadino in ogni ambito di vita, sarà in grado di grado di garantirli a tutti gli altri.