La Toscana apre agli optometristi. Oculisti in rivolta: "E’ una truffa"

L’assessore regionale: "A loro gli esami semplici per snellire le liste d’attesa"

Visita oculistica durante una campagna di prevenzione in difesa della salute dell’occhio (foto d’archivio)

Visita oculistica durante una campagna di prevenzione in difesa della salute dell’occhio (foto d’archivio)

Firenze, 4 settembre 2016 - Sono bastate poche parole dell’assessore regionale al diritto alla salute Stefania Saccardi per far scattare la rivolta degli oculisti italiani. Rispondendo, in un’intervista al nostro giornale, a una domanda sulle lunghe liste d’attesa per gli interventi di cataratta all’ospedale fiorentino di Careggi, Saccardi aveva annunciato di star lavorando per alleggerire i medici «da alcune prestazioni oculistiche» e «per far svolgere gli esami più semplici anche agli optometristi».

L’idea che la Regione Toscana possa anche solo ipotizzare di assegnare un atto medico, sottraendolo all’oculista per passarlo a un optometrista, pur per gli accertamenti meno complicati, ha fatto saltare la mosca al naso al presidente della società oftalmologica italiana, Matteo Piovella. «Abbiamo dato mandato al nostro ufficio legale di inviare una diffida all’assessora toscana Saccardi e di procedere con un esposto se la cosa dovesse andare avanti», dice Piovella. Una battaglia appena cominciata insomma, che ricalca un’analoga guerra dell’Ordine dei medici di Bologna che nel 2010 presentò un esposto contro la delibera toscana che sdoganava il See and treat, un modello angloamericano di riorganizzazione sanitaria che, per ridurre le attese in pronto soccorso, abilita gli infermieri a fare diagnosi per piccoli casi non urgenti, in genere codici bianchi. Guerra in difesa della professione medica o schermaglia di matrice politica?

Il presidente della Soi, che in Italia conta circa 5mila soci, non ci sente. E guai a chi ipotizza strumentalizzazioni. «In sanità ci sono delle regole che non si possono modificare: i pazienti devono essere visitati dal personale idoneo a farlo – spiega Piovella – Purtroppo la politica italiana, sempre più di basso livello, fa sì che si arrivi a questi incarichi senza un’idonea preparazione in materia sanitaria. Per questo, molto spesso, i politici che si occupano di sanità non sanno neppure di cosa stanno parlando».

Quindi avete intenzione di andare avanti? «E’ il minimo. Assegnare un atto medico a un tecnico è illegale, una truffa ai cittadini, frutto di ignoranza e incompetenza – rincara il presidente – Il titolo di optometrista non esiste, non è riconosciuto dallo Stato. Esiste un sedicente corso di laurea in optometria che non dà alcun titolo, e gli studenti truffati sono costretti a fare l’esame di abilitazione di ottica alla scuola secondaria. E’ una querelle che va avanti da tanti anni, ma da luglio una sentenza della Cassazione ha messo la parola fine, condannando un optometrista per esercizio abusivo della professione medica e riaffermando che il titolo di optometrista non esiste».