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I maghi della vena cava. Donatella adesso è salva: aveva una rara patologia

La chirurgia dell’ospedale Santo Stefano di Prato è stata protagonista di un intervento destinato ad entrare nella letteratura scientifica mondiale

La signora Donatella con l'equipe che l'ha operata

Prato, 10 settembre 2023 – La chirurgia dell’ospedale Santo Stefano di Prato è stata protagonista di un intervento destinato ad entrare nella letteratura scientifica mondiale: un delicato e raro caso chirurgico per fistola duodeno-cavale (vena cava), di cui nella letteratura medica esistono solo tre casi a livello mondiale, è stato realizzato con successo.

I maghi della vena cava. Donatella adesso è salva: aveva una rara patologia

L’intervento è stato svolto dal direttore della Chirurgia di Prato, Stefano Cantafio, insieme al direttore del dipartimento specialistiche chirurgiche dell’Asl Toscana centro, Stefano Michelagnoli. Donatella, 58 anni, aveva un quadro clinico a elevatissimo rischio di vita, determinato dalla comparsa di una comunicazione tra duodeno e vena cava. Negli ultimi 50 anni si sono registrati solo 56 casi di questo tipo nel mondo. L’unico operato con successo: l’intervento ha salvato la vita alla donna.

Bisogna tornare al 2020 per riassumere la storia di Donatella. In quell’anno viene operata a un tumore ovarico. E l’intervento riesce. Due anni dopo, la pandemia alle spalle, Donatella si concede qualche giorno di vacanza in Versilia. E’ lì che inizia a fare i conti con una febbre che non l’abbandona. Si rivolge all’ospedale di Prato e viene ricoverata nel reparto di Malattie infettive. Emerge subito un nuovo problema importante: un trombo alla vena cava nel tratto vicino alla porzione intestinale. Proprio il trombo, per assurdo, risulterà anche l’elemento che inizialmente terrà in vita la donna, facendo una ‘barriera’ alla fuoriuscita di sangue. La paziente viene trasferita in Rianimazione.

L’equipe multidisciplinare del Santo Stefano riesce a stabilizzare la donna che, davanti a sè, ha il delicatissimo intervento. "Il rischio era così alto che ogni giorno era un giorno guadagnato e l’importantissimo lavoro di squadra ha permesso di allontanarsi il più possibile dalla fase ad alto rischio – spiegano dall’Asl – Bravissima Donatella, donna forte e determinata, che ha sempre creduto nell’operato dei medici".