Ucciso a calci e pugni in strada dopo un incidente: c'è un fermo per omicidio

Durante un alterco Ridha Jamaaoui, 39 anni, è stato massacrato di botte. Tragedia all’altezza di una rotatoria, dopo che un’auto aveva urtato un altro nordafricano in bici

Terni, 29 novembre 2022 - C'è un fermato, con l'accusa di omicidio, per la morte di Ridha Jamaaoui, 39 anni, ucciso a Terni nella notte tra sabato e domenica in seguito a una lite scaturita da questioni stradali. Si tratta di un giovane nigeriano di 26 anni. 

Ridha Jamaaoui, di origine nordafricana ma da tempo residente a Terni, padre di tre figli era stato trovato senza vita i carabinieri. La tragedia si era consumata alla rotonda di via Romagna, nel popoloso quartiere di Borgo Bovio, a due passi dall’Acciaieria.

Jamaaoui è stato colpito a mani nude in parti vitali del corpo: è quanto emerge dalle prime evidenze cliniche al vaglio della Procura di Terni che nel pomeriggio affiderà l'incarico per l'autopsia. L'esame dovrà chiarire definitivamente le cause del decesso.

La dinamica è piuttosto complicata ed è al vaglio delle forze dell'ordine. Da una prima ricostruzione sembra all'origine di tutto ci sia stato un banale incidente fra un'auto condotta da un italiano e una bicicletta con a bordo uno straniero. Ne è nata una discussione fra i due, presto degenerata con il coinvolgimento di altre persone fra cui Jamaaoui, che sarebbe passato di lì in seguito e avrebbe preso le parti dell'automobilista che conosceva, e alcuni amici del ciclista. Dalle parole grosse al pestaggio il passo è stato breve e a rimetterci la vita il 39enne. L'aggressore era fuggito

È il quadro che emerge dalle indagini coordinate dalla Procura di Terni. In base all'ipotesi accusatoria il fermato sarebbe entrato nella lite per spalleggiare l'uomo in bicicletta. Per il procuratore di Terni Alberto Liguori l'indagine è stata un «mosaico» che si è andato via via componendo. Al fermato i carabinieri sono risaliti sulla base di testimonianze raccolte sul posto ma anche delle immagini delle telecamere di sorveglianza della zona e a riconoscimenti fotografici. Lo hanno quindi bloccato e interrogato per poi giungere al fermo. 

Intanto il 26enne nigeriano è «pronto a fornire» la propria versione dei fatti. Lo ha detto al suo difensore, l'avvocato Francesco Montalbano Caraci che stamani lo ha incontrato brevemente. Il giovane è un richiedente asilo da poco tornato in Italia dopo avere lavorato in Germania. Anche a Terni era regolarmente impiegato come operaio. I carabinieri lo hanno rintracciato a casa nella sera di lunedì, conducendolo poi in caserma per il fermo. L'uomo si sarebbe mostrato sorpreso per essere stato coinvolto nella vicenda.