La 'ndrangheta delocalizza e fa nuove alleanze

La strategia dei clan: dalla Calabria al porto livornese. Gli affari con la cocaina, la sinergia tra cosche e la corruzione locale

La Dda di Firenze ha messo gli occhi sui traffici illeciti

La Dda di Firenze ha messo gli occhi sui traffici illeciti

Livorno, 18 novembre 2021 - Delocalizzare. Come le grandi holding, a nche la ’ndrangheta produce dove è più conveniente. Nel caso della droga, la necessità di differenziare il proprio business dal porto di Gioia Tauro è dettata dalle sempre maggiori attenzioni della magistratura e dal pericolo di arresti e sequestri di carichi dal valore milionario. Grazie a complicità locali, Livorno è così diventato uno dei principali hub per gli approdi degli ordini di cocaina dal sudamerica.

 

Le cosche sono pronte anche a gemellarsi, nel nome del business: lo dimostra l’ultima inchiesta della Dda di Firenze, dove s’intrecciano i comuni interessi dei clan Guardavalle - già attenzionati da altra inchiesta dei carabinieri del Ros - con quelli della cosca Molè. L’arrivo. A far accendere i fari della Dda sul porto di Livorno, è stato l’arrivo dalla Piana di Gioia Tauro di Rocco Molè e Simone Ficarra. Il loro referente è Massimo Antonini, dipendente della compagnia portuali di Livorno: grazie a lui, secondo le accuse, si estraggono dai container i panetti di coca destinati al mercato. Non tutte le operazioni riescono, come dimostrano le intercettazioni. Ad agosto, ad esempio, l’importazione fallisce. Nel novembre 2019, invece, nascosti nel legname arrivano 464 chili di polvere bianca.  

La bimba. Antonini, secondo gli inquirenti, avrebbe avuto anche una pistola messagli a disposizione dai calabresi. Nel giugno 2019, il portuale intercettato, faceva riferimento al possesso della "bimba". "Bada Massi che non te le ritrovino un’altra volta", lo ammonisce un amico, indagato, dal quale ha ottenuto in prestito una mansarda nel quartiere Venezia che dovrà servire anche da magazzino della droga. "La bimba, la rivuole", dice ancora Antonini, captato, quando a gennaio gli esponenti della cosca tornano per un nuovo scarico.

 

La Cgil

Per Giuseppe Gucciardo di Filt CGIL Livorno "nel porto i lavoratori sono sempre stati emblema di solidarietà e fratellanza, si tratta di un caso isolato che pone un interrogativo, è un obbligo essere attenti sugli sconfinamenti nell'#illegalità" / IL VIDEO 

 

Stefano Brogioni