VALENTINA SPISA
Cronaca

L'arte salvata dai carabinieri finisce in mostra: nasce il museo

Si trova a Roma, all'interno del Museo nazionale romano, nell'aula delle Terme di Diocleziano

L'arte salvata dai carabinieri finisce in mostra: nasce il museo

Roma, 16 giugno 2022 - E' nato il Museo dell'arte salvata, sotto l'egida del Ministero della cultura e grazie al sostegno della Direzione generale musei. Ha sede a Roma, all'interno del Museo nazionale romano, nell'aula ottagona delle Terme di Diocleziano e va ad arricchire l'importante percorso museale, che conta anche le sedi di Palazzo Massimo, Palazzo Altemps e Crypta Balbi. La prima esposizione di ritrovamenti, in occasione dell'inaugurazione del Museo dell'arte salvata, è stata possibile grazie al Comando carabinieri per la tutela del patrimonio culturale.

Il generale Riccardi e il direttore Verger
Il generale Riccardi e il direttore Verger

Rimane fermo il principio che ogni opera debba tornare al suo territorio di provenienza, ma il Museo sarà luogo in cui i beni potranno transitare ed essere esposti al pubblico. Il 15 giugno la conferenza di presentazione: il direttore del Museo nazionale romano Stéphane Verger ha accolto il ministro della cultura Dario Franceschini; il comandante generale dell'Arma dei carabinieri generale Teo Luzi; il generale Roberto Riccardi, comandante nazionale del Tpc, Comando tutela patrimonio culturale; Massimo Osanna, direttore generale musei.

«Il Museo dell'arte salvata che si apre oggi – spiega il generale Riccardi – presenterà permanentemente il nostro lavoro di recupero di beni, in questo caso reperti archeologici. Proteggere il patrimonio culturale è la nostra missione, che ci è stata affidata e, ad essa, per nulla al mondo, vorremmo sottrarci. Dal 1969 il Comando carabinieri per la tutela del patrimonio culturale è fra i tenaci custodi delle nostre opere. Ammontano a più di tre milioni i beni recuperati». Il direttore Verger dichiara: «L'aula ottagona delle Terme di Diocleziano vede arricchire la sua storia con il Museo dell'arte salvata, che ha sede fissa, ma le collezioni non sono mai le stesse, perché sono fatte dai recuperi realizzati dai carabinieri della cultura e, quindi, rimangono qui per pochi mesi e, successivamente, vanno nei musei di destinazione, che sono i musei dei luoghi di provenienza degli oggetti». Il ministro Franceschini ha affermato: «Opere d'arte trafugate, reperti archeologici dispersi, venduti o esportati illegalmente: si tratta di una perdita significativa per il patrimonio culturale di un Paese, espressione della sua memoria storica e dei valori collettivi, nonché dell'identità di un popolo. Tutelare e valorizzare queste ricchezze è un dovere istituzionale, ma anche un impegno morale verso le nuove generazioni». Il comandante generale dell'Arma dei carabinieri generale Teo Luzi ha sottolineato: «Il Museo dell'arte salvata è una realtà unica. Incarna tre principi: protezione, legalità e speranza». Massimo Osanna, direttore generale musei, ha evidenziato: «La prima mostra al Museo dell'arte salvata presenta materiale di grande interesse, prima tappa di un percorso di ricerca e valorizzazione». Valentina Spisa