Multiutility Toscana, avanti piano sulla fusione: percorso a ostacoli e veti incrociati

Sì a denti stretti dei 14 Comuni dell’Empolese e della Valdinievole Incide l’incertezza sulle gestione dei rifiuti e il futuro delle società

Firenze, 29 dicembre 2022 - Avanti adagio. La fusione in Alia di Publiservizi, Acqua Toscana e Consiag non avverrà formalmente entro il 31 dicembre 2022 come auspicato al momento della presentazione del progetto della Multiutility Toscana (il colosso dei servizi pubblici di acqua e rifiuti e in futuro anche di altri come di energia) nell’ottobre scorso. Dopo il via libera della Corte dei conti nei giorni scorsi, manca ancora l’ok di AgCom e del Tribunale di Firenze. Tutto rimandato quindi: in calendario entro i primi mesi del 2023. Anche perché nel frattempo si è aperto nell’area di diffusione dei fondatori della Multiutility (Firenze, Prato e Empoli) il fronte del dissenso (ieri rientrato, ma il segnale è arrivato a destinazione). 14 amministrazioni comunali dell’Empolese-Valdelsa e Valdinievole (Capraia e Limite, Castelfiorentino, Cerreto Guidi, Certaldo, Empoli, Fucecchio, Gambassi Terme, Lamporecchio, Larciano, Massa e Cozzile, Montaione, Montelupo Fiorentino, Montespertoli e Vinci) si sono messe di traverso rallentando l’operazione che dovrebbe portare il colosso dei servizi, rimanendo a maggioranza pubblica, in Borsa al fine di trovare investitori sul mercato. Formalmente i Comuni, tra cui Empoli guidato dalla sindaca Brenda Barnini, hanno sollevato dubbi di omogeneità delle delibere (66 consigli comunali coinvolti per il via libera); sostanzialmente si è chiesto una riflessione più approfondita su tutta l’operazione.

"Meglio fare bene con i tempi necessari, che presto e bene come qualcuno dei leader dell’operazione vorrebbe" si è detto in questi giorni dai Comuni sulle barricate. Ieri pomeriggio l’assemblea dei soci di Publiservizi, di cui i Comuni rivoltosi fanno parte. C’è il via libera alla fusione in Alia. Al sì ha lavorato alacremente una coppia: per il Comune di Firenze l’assessore Stefano Bettarini e per Consiag l’amministratore unico Nicola Perini. Così alla fine i sindaci: "Si sono fatti passi in avanti significativi per la tutela degli asset societari di Publiservizi. Che ci consentono di salvaguardare la presenza delle nostre partecipazioni dentro la nascente multiutility, tenendo fede così al percorso deliberato. Allo stesso tempo avremo la possibilità di mantenere il controllo diretto delle nostre quote nelle aziende che forniscono servizi, per poter indirizzare successive e fondamentali scelte nel caso che il percorso della multiutility si interrompa alla sola fusione delle aziende fondatrici". Tanti dubbi, insomma.

Sullo sfondo ci sono partite significative. Perché da una parte l’operazione Multiutility è legata a doppio filo al piano dei rifiuti della Regione Toscana (che nei giorni proprio a Empoli ha avuto una prima bocciatura con la retromarcia sull’impianto di Alia) e dall’altra ci sono dinamiche di società partecipate da sciogliere. Nella fattispecie Publiservizi ha il 19% di quote della società pisana Acque che guarda la nascita della maxi holding toscana con distacco così come Consiag è dentro Estra (possibile la sua entrata nella Multiutility) e il Comune di Firenze e Publiservizi sono soci di Toscana Energia (fuori dall’operazione).

E ancora: le incertezze sul piano rifiuti della Regione stanno provocando riflessi sulla Multiutility essendo la gestione degli scarti civili il suo cuore degli affari con quella dell’acqua. Proprio sul piano rifiuti è in corso una riflessione approfondita a partire dal governatore Eugenio Giani con l’assessora di riferimento (Monia Monni, Ambiente). Lo scenario si completa con un Pd toscano che vive una lunga fase di transizione in attesa del congresso. Credono nella Multiutility i sindaci di Firenze Dario Nardella e di Prato Matteo Biffoni. Ieri così da Palazzo Vecchio: "Il percorso della multiutility è una straordinaria opportunità dopo vent’anni di tentativi falliti".