Firenze, 19 settembre 2024 – “Sul tema multiutility mi pare che il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi abbia preso una cantonata perché non è certo il Pd o FdI e nessun altro tipo di partito che decide il management. Quello lo decidono i soci pubblici”. Sportellate dialettiche sul futuro della holding toscana dei servizi con il segretario regionale dem che risponde per le rime al frontman meloniano del Granducato e nel botta e risposta – che si concretizza in 24 ore e a cinque giorni dall’assemblea dei soci (in calendario il 23 e 24 settembre) – si sente per la prima volta forte profumo di elezioni regionali con il sindaco di Pistoia che parla, de facto, già quasi da candidato governatore del centrodestra.
Ma al netto dello suggestioni politiche l’uscita di Tomasi – che governa l’unico comune all’opposizione all’interno di Alia – ha scatenato le ire di Fossi proprio perché aveva espressamente tirato in ballo il Partito Democratico nel suo affondo. “La gestione della Multiutility non può essere in balìa di una guerra interna al Pd e delle logiche di partito” le sue parole. “Il partito svolge un ruolo centrale nell’individuare la visione e la cornice attraverso la quale rafforzare il sistema dei servizi pubblici in Toscana perché è un settore strategico e a questo il Pd è interessato” la replica piccata del segretario.
Ma il duello a distanza non si è esaurito. Tomasi ieri è tornato a battere sul tasto delle lacerazioni del centrosinistra. “Se non si esce da questa logica si fa un danno. – ha rincarato la dose il sindaco di Pistoia - non si riesce a far aderire nuovi territori e si smarrisce quello che era il nostro intento, cioè creare una grande azienda che ci difenda dal cannibalismo di altre aziende che vengono a comprare impianti e tecnologia nella nostra regione, che migliori i servizi, abbassi i costi per i cittadini e trovi anche le risorse per fare gli investimenti”.
Sul capitolo piazza Affari, Tomasi non si smarca: “Siamo aperti alla Borsa, al ricorso alle banche, vediamo il contesto ma senza risorse non si fa la transizione ecologica di cui tutti si riempiono la bocca altrimenti chi fa gli investimenti? Faccio una provocazione. Andiamo a guardare l’Emilia-Romagna, 20 anni fa ha creato Hera - ricorda - guardiamo i bilanci sociali di Hera con 600 milioni di investimenti, 800 lavoratori di cooperative di tipo B che aiutano il sociale, investimenti moderni e soprattutto una caccia all’acquisto di impianti. E questo è avvenuto in Toscana, che così viene depredata” dato che “abbiamo grandi multiutility che vengono qua a comprare discariche, impianti, tecnologie, società mentre noi stiamo a guardare”.
E proprio sulla Borsa arriva la sponda dell’ex sindaco di Prato Matteo Biffoni: “Sulla modalità con cui si finanzia la multiutility in Toscana, mi sembra che ci sia un dibattito un po’ surreale. Attenzione a mischiare la politica con la tecnica. Sono stati gli emiliani a usare la quotazione in Borsa per fare un esempio e non ricordo neppure levate di scudi particolari quando Estra doveva quotarsi qualche anno fa. Non vorrei si accendesse una discussione un pochino troppo ideologica rispetto allo strumento. Prendo le parole del Pd come uno spunto a fare il meglio possibile, quello che dico è non impicchiamoci alla Borsa, però non impicchiamoci neppure all’esclusione della Borsa”.