GIOVANNI SPANO
Cronaca

Molotov inesplosa nel cortile di un convento

E’ quello dei frati cappuccini, attiguo alla chiesa di S.Giovanni Battista, vicino a Villa Monna Tessa, ricettacolo di disperazione e di degrado

L’ingresso di Villa Monna Tessa

Firenze, 25 ottobre 2021 -  Una bottiglia incendiaria definita "estremamente rudimentale" è stata trovata nella tarda serata di sabato nel cortile del convento di padri cappuccini, attiguo alla chiesa di San Giovanni Battista, in viale Pieraccini, davanti a Careggi. La bottiglia – combusta, ma non rotta – è stata scoperta da uno dei religiosi. Conteneva liquido infiammabile e sarebbe stata trovata bruciata, ma inesplosa. Nessun danno. Sabato sera sul posto è arrivata la polizia per i primi rilievi del caso, di cui si occupa la Digos. Ieri mattina il padre guardiano, Fra’ Marco, ha formalizzato la denuncia in questura. Non ci sono ipotesi al momento, però gli investigatori tendono a escludere la pista del collegamento con la presenza dei (pochi) frati cappuccini ormai che vivono nel convento. Come può essere allora finita nel cortile del convento una bottiglia incendiaria? La polizia ha preso in consegna alcuni filmati girati dalle telecamere di videosorveglianza e la Scientifica si occuperà di individuare e semmai repertare eventuali impronte digitali sulla molotov. Utili a indirizzare le indagini, utilissime se per caso ci fossero e risultassero appartenere a un soggetto schedato. Ci voleva anche questa, per il convento, i cui frati hanno celebrato, poco tempo fa una ’messa di riparazione’ per un fatto triste, increscioso e forse provocatorio avvenuto nella cappella di Villa Monna Tessa, da tempo occupata: la distruzione delle immagini del Sacro Cuore e della Madonna, sbriciolate in mille pezzi. "Ce lo ha raccontato un infermiere del Cto – spiega Fra’ Walter – è stato qualcosa di doloroso". Episodio questo da ricondurre all’occupazione dell’ex padiglione ospedaliero, già centro dialisi e ‘tempio’ dell’istruzione universitaria, medicina e biologia. Non ci sono elementi, almeno al momento che colleghino l’occupazione alla bottiglia incendiaria anche se convento e chiesa sono molto vicini, a pochi metri dalla Villa degradata. I frati hanno assicurato alla polizia di non aver avuto screzi, tuttavia in certe occasione hanno dovuto negare aiuti economici. Qualcuno è rimasto scontento del rifiuto? Nesso o non nesso con l’ultimo episodio, l’occupazione è una bomba sociale. Molti denunciano reclamando un intervento risolutore, definitivo. Non ci sono acqua, né luce. La zona è quasi un immondezzaio. Frequenti le risse: Villa Monna Tessa è un buco nero, come l’ha ribattezzata qualcuno. «A oggi per fortuna non è successo nulla di irreparabile, almeno che io sappia – dice Fra’ Walter – ma temiamo che prima o poi...Bisogna provvedere: la situazione indecente. Si è diffuso un clima di paura generale, una sensazione di insicurezza. Non c’è da aspettarsi nulla di buono. Io ad esempio dico messa alle 8,30 e alle 17 e ho paura per gli anziani che vengono. Anche io ho paura. A qualsiasi ora".