Il 9 settembre 1501 Michelangelo inizia a scolpire il David sul marmo ‘impossibile’

In origine non era tutto bianco ma aveva parti colorate, e alcuni studiosi sono convinti si tratterebbe non di Re David ma di un autoritratto del Buonarroti. Tutte le curiosità sul capolavoro

Il David

Il David

Firenze, 9 settembre 2022 - Era il 9 settembre del 1501 quando Michelangelo prese martello e scalpello e iniziò a lavorare al David, dando vita a un capolavoro eterno. Qualche giorno prima, esattamente il 16 agosto di quell’anno, gli operai della Cattedrale di Firenze avevano assegnato l’opera al Buonarroti dietro compenso di 400 ducati. L’artista più pagato, che si era conquistato immensa fama dopo aver scolpito la Pietà in Vaticano, questa volta era chiamato a scolpire il Re David, ma a precise condizioni. L’8 settembre del 1504 quella scultura destinata ad essere l’emblema del Rinascimento, veniva rivelata alla città. Ma dietro a questo capolavoro oggi custodito alla Galleria dell’Accademia di Firenze, ci sono molte curiosità.

Il blocco di marmo era friabile

A Firenze, nel cortile dell’Opera del Duomo, un enorme pezzo di marmo bianco era abbandonato da tempo. Prima di Michelangelo, ad abbozzato ci avevano provato già due artisti, ma senza risultati: nel 1464 Agostino di Duccio, poi nel 1476 ci aveva ritentato Antonio Rossellino. Entrambi avevano lasciato perdere perché quel marmo si sbriciolava sotto le loro mani: presentava fori, fenditure e alcune parti erano addirittura friabili. Nessun altro scultore aveva voluto rimetterci mano. A quel punto venne interpellato per l’impresa impossibile l’artista più rinomato, e pagato, dell’epoca: Michelangelo. Che per lavorare indisturbato a quell’opera ‘impossibile’ che attirava molta curiosità, fece costruire intorno al cantiere un recinto di tavole di legno.

L’aneddoto del “naso ritoccato”

Prima che fosse scoperto e tutta la città di Firenze potesse ammirare l’opera rimanendo sbalordita, il primo ad entrare nel cantiere fu Piero Soderini, gonfaloniere della Repubblica e protettore delle Arti. Vide il lavoro ormai pronto e si narra che, forse per invidia o per arroganza, disse a Michelangelo: “Di bello è bello, ma il naso sembra troppo grande”. Il Buonarroti, un po' spazientito, si chinò, senza farsi vedere raccolse nella mano una manciata di piccoli pezzi di marmo che erano a terra, poi salì sulla scala, raggiunse la testa del David e fece finta di ritoccare il naso, lasciando cadere i pezzetti e i detriti che nascondeva nel palmo. Quando ridiscese interpellò Soderini, che questa volta si disse compiaciuto di quella modifica, soddisfatto che grazie a quella sua acuta osservazione, il David risultasse ora davvero perfetto. Ma in realtà era stato appena ingannato dall’astuto Michelangelo, che il naso del suo David non lo aveva neppure sfiorato.

La 'sproporzione' delle mani

Osservando bene la statua marmorea, si può notare che la mano destra risulta effettivamente ‘sproporzionata’ rispetto al corpo. Nulla è stato fatto a caso: nel Medioevo infatti gli uomini di potere erano detti ‘manu fortis’. Anche la testa risulta più grande, ma anche questo è un simbolo: grazie all’intelletto (la testa) e lo strumento che dà forma alle idee (le mani) l’uomo Rinascimentale riesce a vincere Golia (la tirannia).

Il David in origine era colorato

Michelangelo aveva deciso di presentare l’opera appena terminata con dei piccoli ritocchi: aveva colorato d’oro il tronco dell’albero, dietro la gamba destra, che di fatto sorregge la statua, per poi aggiungere delle ghirlande di ottone con delle foglie di rame sulla testa e sulla fionda dell’eroe.

Il luogo che lo avrebbe ospitato  

In origine era stato pensato per essere esposto su un contrafforte del Duomo: ma pesando 5560 chili, come trasportarlo fin lassù? Si riunì allora una commissione composta dai più grandi artisti dell’epoca, tra cui Leonardo, Botticelli, il Perugino e Filippino Lippi – che alla fine decise di esporlo in Piazza della Signoria, cuore del potere politico. In realtà il genio di Vinci – che non doveva essere in buoni rapporti con Michelangelo - avrebbe preferito una posizione più defilata, a ridosso della loggia nella parete corta. In ogni caso la statua venne rivolta a sud-ovest, in segno di sfida a chiunque avesse voluto attaccare Firenze, simboleggiando la grandezza e la potenza della Repubblica. Come Re David aveva prevalso sul gigante grazie alla protezione di Dio, così Firenze rappresentava il bene che avrebbe vinto sull’iniquo, la virtù che prevale su ogni nemico essendo supportata dal sostegno e dalla benevolenza divina.

L’interpretazione: “Quello non è il David, ma l’autoritratto di Michelangelo”

Secondo l’interpretazione corrente, ciò che il David sorregge con una mano sarebbe la ‘frombola’, un’antica fionda. Ma c’è stata anche un’altra interpretazione da parte di alcuni studiosi, che avrebbero riconosciuto nella ‘fionda’ una striscia di cuoio, che il Buonarroti, maestro della smerigliatura, utilizzava al posto delle carte abrasive che all’epoca ancora non esistevano. Altro particolare non da poco: il David non risulta circonciso, come invece storicamente dovrebbe essere. In base a questa lettura, la fionda sarebbe in realtà lo strumento di lavoro dell’artista, e la scultura rappresenterebbe lo stesso Michelangelo ritratto nella sua magnificenza in gioventù.

Il David ha anticipato la scienza di 100 anni

Oltre un secolo prima che la scienza descrivesse la meccanica del sistema circolatorio, Michelangelo scolpì correttamente la vena giugulare. Nasce oggi Lev Tolstoj nato il 9 settembre 1828 a Jasnaja Polyana. È considerato tra i padri fondatori della letteratura russa, autori di capolavori come ‘Guerra e Pace’ e ‘Anna Karenina’. Ha scritto: “Tutte le famiglie infelici si somigliano tra loro. Ogni famiglia infelice, è infelice a modo suo”. Maurizio Costanzo