Medicine introvabili, farmacie in difficoltà. E gli accaparramenti fanno solo danni

Mancano Nurofen, Brufen e Fluimucil . E l’elenco si allunga. L’esperto: "Usate gli equivalenti". Nessun problema in ospedale

Firenze, 7 gennaio 2023 - Introvabile il Nurofen febbre, lo sciroppo per bambini. Ma anche il Brufen 600 in compresse. E il mucolitico Fluimucil in bustine. Ma l’elenco dei famaci che mancano dai magazzini e di cui le famacie hanno chiesto rifornimenti è lunga. "Le carenze lamentate in questi giorni purtroppo non sono una novità", spiega Claudio Marinai, direttore del settore di Assistenza farmaceutica e dispositivi della Regione Toscana. "Negli ultimi anni il fenomeno è frequente e le cause molteplici: dall’allargamento dei consumi mondiali alla delocalizzazione dei siti produttivi, oltre alle momentanee e ripetute carenze di materie prime", dice.

Dall’autunno il fenomeno si è intensificato a causa della diffusione massiccia e anticipata di virus influenzali e parainfluenzali, anche abbastanza aggressivi. "Sono cominciati a mancare molti prodotti per patologie tipiche del periodo – argomenta Marco Nocentini Mungai, del consiglio nazionale Federfarma di cui è presidente dell’area fiorentina – Grazie all’uso delle mascherine per due anni questi virus non avevano circolato, ora siamo tornati alle richieste pre Covid".

L’elenco dei farmaci che non si trovano si allunga sulla coda dell’influenza. Per fortuna il fenomeno non tocca al momento gli ospedali. "E’ sotto controllo per quanto riguarda i farmaci utilizzati negli ospedali e in genere per le cure specialistiche. Con questa premessa occorre precisare che negli ultimi anni la produzione di farmaci si è aperta alla concorrenza e quindi lo stesso medicinale è prodotto da più industrie, magari con nome diverso ma con composizione equivalente – spiega Marinai – Il consiglio per le cosiddette patologie minori è quindi quello di rivolgersi a farmacie e parafarmacie per trovare il prodotto equivalente a quello richiesto nel caso in cui questo non sia disponibile. Per i farmaci erogabili su prescrizione medica per i quali la sostituzione con equivalenti è problematica (ad esempio antiepilettici, oncologici e antiparkinson), la Regione ha attivato da tempo una procedura che consente l’accesso dei cittadini anche con prescrizione del proprio medico di famiglia, alle farmacie ospedaliere in caso di carenza per lunghi periodi nelle farmacie del territorio". Quindi il problema non è tanto l’aumentata richiesta quanto la vera e propria carenza dei prodotti, dovuta in alcuni periodi a scarsità di materie prime e del materiale secondario per il confezionamento. "Manca l’alluminio per i blister ma scarseggiano in particolare granulati in bustine, sciroppi e fiale", dice il farmacista Nocentini Mungai.

Per alcuni prepararati una farmacia ben strutturata, con laboratorio galenico, può ovviare con produzione propria, per altri – tipo fiale – la procedura è molto più complessa. "In ogni caso noi farmacisti aiutiamo il paziente nella sostituzione con equilvalenti. E se non si trova equivalente, sentendo il medico, lo cambiamo con un un altro prodotto che abbia effetti simili se non identici. In questo periodo sono gli stessi medici a chiamare per evitare di prescrivere ciò che non si trova".

Un problema importante. Che ha dato luogo anche a episodi di accaparramento. "Purtroppo abbiamo osservato quelche segnale in tal senso – spiega Nocentini Mungai – Magari quando torna in disponibilità un farmaco anziché comprarne una confezione se ne acquistano due. Ma in tal senso è importante fare un appello: non fatelo perché peggiorerebbe la situazione". Con l’armamentario farmaceutico a disposizione per ora si riesce a ovviare a qualsiasi necessità. Marinai guarda anche al risvolto positivo della vicenda. "Può aiutare ad aumentare la consapevolezza per un approccio alle cure più consapevole e svincolato da regole di mercato – dice – La soluzione spesso consiste nell’accettare le alternative equivalenti di volta in volta disponibili. In Toscana nel 2022 i cittadini hanno speso oltre 50 milioni per aquistare farmaci cosiddetti ’originator’ più costosi dei corrispondenti equivalenti". Riflettiamo.