Toscana, dopo un inizio difficile ora le mascherine ci sono. Ma la distribuzione cambierà

Protestano i lettori: in diversi punti vendita i presìdi gratis contro il coronavirus risultavano introvabili. Arriva un nuovo carico

Consegna delle mascherine in una farmacia di Livorno (Foto Novi)

Consegna delle mascherine in una farmacia di Livorno (Foto Novi)

Firenze, 23 aprile 2020 - Operazione mascherine. Dopo la consegna a domicilio in tutti i comuni toscana (per tutti gratis), la seconda fase (gratis in farmacie e nei supermercati) è stata in salita, bersagliata dalle polemiche politiche e dalle proteste dei cittadini. Oggi la situazione è tornata alla normalità con un milione e 200 mascherine a disposizione dei cittadini.

'Con il fine settimana - fa sapere la task force regionale toscana - arriveremo alla distribuzione di 10 milioni di mascherine. Oggi nelle farmacie sono stati consegnati 200mila pacchetti da cinque mascherine cadauno". In totale dall'inizio dell'operazione bis saranno stati consegnati in totale 4,5 milioni di mascherine alle farmacie, altrettanti alla grande distribuzione e un milione ai Comuni che ne avevano fatto richiesta per ulteriori approvvigionamenti alle famiglie.

Ma nelle prossime ore il governatore Enrico Rossi potrebbe annunciare un cambiamento di rotta nella distribuzione delle mascherine, sempre più fondamentali nella fase 2. Si sta studiando l'ipotesi di non distribuirle più nei check point dei 'super', ma di lasciare in primis come punto di riferimento le farmacie dove è necessario presentare la tessera sanitaria per il ritiro.

Anche il sindaco di Firenze Dario Nardella nei giorni scorsi aveva evidenziato problemi: "Credo che il sistema della distribuzione" di mascherine "attraverso supermercati e farmacie possa essere rivisto, mi pare che da parte della Regione ci sia questa disponibilità' per evitare difficoltà, caos e file".

Ed ha auspicato "un piano nazionale sulla distribuzione delle mascherine".

LA TESTIMONIANZA

Che nell'operazione bis non sia filato tutto liscio lo dimostrano le testimonianze dei cittadini e dei nostri lettori. Tra le tante segnalazioni ecco quella di due pensionati fiorentini di martedì scorso: "Io e mio marito, abbiamo entrambi più di 70 anni, stiamo bene, almeno crediamo perchè non ci è stato fatto alcun controllo, siamo andati in una farmacia di via Gioberti alle 10,30 circa, per le mascherine, ma ci è stato detto che le avevano finite, e che sarebbe stato inutile tornare il giorno dopo: non ne avevano più e che era meglio andare in un super. Al super ci hanno detto che dovevamo metterci in fila fare la spesa che previo scontrino ci avrebbero dato 5 mascherine. Ma non erano gratis? Dopo circa 30 minuti di coda e dopo due spese una io, una mio marito, all'uscita ci sono state consegnate le tanto sospirate mascherine. Ho chiesto alle ragazze come mai non registrassero la consegna e hanno risposto che all'inizio lo facevano ma che poi era stato detto loro di non farlo più". Altre testimonianze hanno parlato di mascherine distribuite ai supermercati (nelle periferia di Firenze), ma senza personale che le potesse distribuire (del Servizio sanitario regionale o volontari).

IL PROGETTO

L'operazione gratuita di mascherine per tutti i cittadini coinvolge 1150 farmacie e 230 supermercati della Toscana. In distribuzione quelle in tessuto non tessuto, prodotte in Toscana grazie al neonato "distretto delle protezioni" capace di garantire una produzione da 1 milione di pezzi ogni giorno, e quelle chirurgiche standard acquistate da Estar nelle ultime settimane, 500 mila al giorno.

Disponibilità quotidiana da 1,5 milioni. Dopo una prima fornitura di oltre 8 milioni di mascherine avvenuta con la collaborazione dei Comuni, la Regione Toscana ha elaborato un ulteriore processo di distribuzione. Sono stati chiusi due accordi. Il primo con Federfarma Toscana e Cispel Toscana.

Il secondo con le aziende della Grande distribuzione organizzata: nei supermercati è possibile ritirare una confezione di 5 mascherine alla volta. All`interno o all'esterno di ogni punto vendita, è allestita una postazione gestita da dipendenti del Servizio sanitario regionale (o a volte da volontari). Negli orari di apertura di market e supermarket, le postazioni per la distribuzione saranno attive dalle 9 alle 16.

LE POLEMICHE POLITICHE

In campo il centrodestra toscano. I primi a puntare il dito sono stati la deputata Deborah Bergamini e il vicepresidente del consiglio regionale Marco Stella di Forza Italia: "Nelle farmacie le mascherine vengono 'smarcate' perché viene utilizzata la tessera sanitaria dell'utente che va a ritirarle (5 per ogni utente, come da ordinanza), pertanto si conosce con esattezza il numero esatto delle mascherine donate. In diversi supermarket non vengono smarcate le mascherine che vengono consegnate, perché è ovvio che un supermarket non abbia la possibilità di registrare i codici fiscali delle persone, quindi non si sa quale sia l'esatto numero di mascherine consegnate. Si corre il rischio che diverse persone tornino tre, quattro, cinque volte a prenderle, visto che nessuno vigila sulle quantità donate, lasciandone altre senza dispositivi di protezione".

In campo anche la Lega che ha contestato gli assembramenti davanti alle farmacie e la carenza di mascherine. Ma non solo. "In base a quanto scritto dalla stampa toscana, le mascherine costano alla Regione Toscana 0,55 euro l'una. Se la matematica non è un'opinione, stiamo parlando di 825mila euro al giorno, che in un mese sono quasi 25 milioni di euro. Eppure non è dato sapere chi sono le cinque aziende che le producono e non hanno nemmeno la certificazione o il marchio di conformità CE" ha detto il consigliere regionale Jacopo Alberti.

Polemiche anche sulla composizione delle mascherine. Il consigliere regionale di Fratelli d'Italia Paolo Marcheschi sottolinea: "Ho raccolto tanti reclami sulla qualità del prodotto, oltre che sulle modalità con cui sono e sono state distribuite in questi giorni nelle farmacie e nei supermercati. Nonostante il Presidente Rossi ed il Pd toscano abbiano dichiarato che le mascherine sono state certificate dall'Università di Firenze, nell'ordinanza regionale 17 del 19 marzo si legge che l'Università ha certificato il potere filtrante del prototipo, ma non si chiarisce chi effettivamente abbia effettuato le certificazioni delle mascherine realizzate dalle aziende toscane selezionate dalla Regione. Ho quindi inoltrato un accesso agli atti sia ad Estar che al Dipartimento di Chimica dell’Università di Firenze per conoscere rispettivamente quali siano le aziende produttrici di queste mascherine ed i costi di produzione nonché per chiarire se oltre al prototipo il Dipartimento di Chimica, abbia disposto test e certificazioni anche per i singoli dispositivi prodotti dalle aziende selezionate dalla Regione e contrattualizzate da Estar”.

Dai 5 Stelle una proposta: "Costituire un gruppo di lavoro che tenga insieme le Università, i poli tecnologici della Toscana, le istituzioni sanitarie, i rappresentanti delle aziende tessili e la Regione, per creare una filiera per la produzione di mascherine riutilizzabili da distribuire ai cittadini" ha detto la consigliera regionale M5s e candidata alla presidenza della Regione Toscana, Irene Galletti.

LA REPLICA

"Le mascherine prodotte in Toscana e in distribuzione gratuitamente sono efficienti e sicure. A dirlo sono i chimici dell'Università di Firenze che le hanno testate e che ringrazio assieme a tutti i ricercatori e studiosi impegnati nella lotta al Covid-19" ha sottolineato il governatore toscano Rossi. Le mascherine "Toscana 1", quelle a triplo strato in tessuto non tessuto prodotte dalle imprese toscane che hanno raccolto l'invito della Regione, e distribuite in questi giorni "sono efficienti e sicure, in grado di bloccare dal 97 al 100% di particelle, e sono compatibili con i requisiti di sicurezza delle mascherine chirurgiche a marchio Ce".

Tutta la maxi operazione mascherine gratuite (a domicilio e nelle farmacie e nei supermercati) è stata di alto impatto sociale ed ha permesso di togliere dal mercato tentativi speculativi di rialzo del prezzo per i fondamentali dispositivi di protezione.