DAVIDE COSTA
Cronaca

La grandinata di maggio: Firenze imbiancata. "La tempesta perfetta e ci dobbiamo abituare"

Temporale di rara intensità: paura in un sottopasso allagato. La Spezia: sala operatoria dell’ospedale invasa dall’acqua. L’esperto del Lamma Gozzini: "Non sarà un episodio"

La grandinata di maggio: Firenze imbiancata. "La tempesta perfetta e ci dobbiamo abituare"

Firenze, 13 maggio 2023 – Un fenomeno intenso, certamente. Ma non un evento straordinario. A spiegare a "La Nazione" l’intensa precipitazione che si è abbattuta ieri pomeriggio su buona parte di Firenze e della Toscana è Bernardo Gozzini, direttore del Lamma.

Gozzini, ci può spiegare cos’è successo?

"Una situazione piuttosto tipica in primavera, con una massa d’aria atlantica che ha creato una condizione di diffusa instabilità. In pratica abbiamo avuto in quota dell’aria molto più fredda di quella al suolo e la differenza di temperatura e di pressione ha creato gli ingredienti giusti per un episodio come quello che si è abbattuto su Firenze".

Una sorta di tempesta perfetta.

"Sì. Ben concentrata sia nel tempo che nell’area".

Un episodio, lo diceva adesso lei, che per fortuna non è durato a lungo. Altrimenti i danni sarebbero stati ben più gravi…

"Certo. Questo ambiente energetico particolarmente instabile ha portato a precipitazioni particolarmente intense, ma per fortuna non persistenti".

Precipitazioni a macchia di leopardo e per questo ancor più difficili da prevedere?

"Assolutamente sì. Tenga conto che a Firenze sud è piovuto, anche in maniera importante. Ma senza grandine. Mentre in centro città i chicchi sono arrivati a imbiancare strade e piazze".

Sorpresi da una tale intensità?

"No. Avevamo emesso un’allerta gialla che riguardava l’intero territorio regionale. Era oggettivamente difficile riuscire a scendere più nel dettaglio, sia in termini di localizzazione che di temporizzazione".

Perché in questa occasione in alcune zone è grandinato? "All’interno delle nuvole si creano dei moti turbolenti: una specie di centrifuga, per capirsi. Nella parte più altra del corpo nuvoloso, che può arrivare a una decina di chilometri di altezza, si vengono a formare i chicchi di grandine. A quel punto, se i moti verticali discendenti sono veloci, la grandine non ha tempo di sciogliersi e quindi arriva a terra nella formula del chicco".

Direttore, cosa ci dobbiamo aspettare nelle prossime settimane? "Partendo dal presupposto che temporali di questa intensità nelle stagioni di passaggio sono abbastanza tipici, credo che dovremo imparare a convivere con fenomeni come quelli che si sono abbattuti ieri su Firenze".

Piogge violente, grandinate improvvise, sottopassaggi che si allagano, persone tratte in salvo dalle auto mentre si trovano in città. Tutta colpa del cambiamento climatico? "Non è corretto parlare di colpa: diciamo che sono fenomeni legati al riscaldamento globale, che fa aumentare il gradiente termico e fa sì che fenomeni tipici primaverili verifichino non solo con maggior frequenza, ma anche in periodi che finora non erano caratterizzati da queso genere di precipitazioni. Tenga conto che i fenomeni estremi possono essere sostanzialmente di due tipi: quelli caratterizzati da particolare intensità, com’è avvenuto a Firenze, o quelli dalla straordinaria persistenza, come accaduto nei giorni scorsi in Emilia Romagna".

Ci troviamo, quindi, di fronte a due facce della stessa medaglia?

"E’ così, purtroppo. Ecco perché è sempre più difficile parlare di eventi estremi, di precipitazioni inattese".