Maltempo in Toscana, turisti in fuga e danni. E' ancora allerta meteo

L’esperto del Cnr: "Il verde nelle città vive sotto uno stress continuo". Il climatologo del Lamma punta l’attenzione sulle temperature: "Da anni ormai l’estate è caratterizzata da un aumento di due gradi"

Firenze, 19 agosto 2022 - Cadono alberi stroncati dal vento, e uccidono uomini. Perché? "Non c’è un colpevole preciso. Bisogna considerare più fattori. Innanzitutto, che le piante in città vivono in maniera più stressata rispetto a boschi e parchi". Difficile armonizzare piante e verde pubblico con cemento e asfalto. Difficile, non impossibile, al netto delle fatalità. Le parole cruciali per (iniziare ad) affrontare la questione sono: informazione e conoscenza. E’ la riflessione-premessa del dottor Nicola Luchi, che per mestiere si ingegna a far star bene le piante ovunque crescano. In collaborazione con il Servizio fitosanitario della Regione Toscana, ha lavorato tra gli altri al progetto Homed sull’invasione di insetti alieni provenienti da altri ecosistemi, e al monitoraggio di malattie vegetali come il cancro colorato che attacca i platani. Luchi è ricercatore responsabile della sede fiorentina dell’Ipsp, l’Istituto per la protezione sostenibile delle piante del Consiglio nazionale delle ricerche-Cnr.

Informare e conoscere. "Quando un’amministrazione pubblica progetta un viale alberato – l’esempio utilizzato dallo studioso – è necessario considerare in maniera approfondita la biologia della specie che si intende piantumare e dove viene collocato, le caratteristiche del terreno. Se pianterò pini a ridosso di una strada, devo considerare che negli anni a venire potrei avere dei guai causati dalle radici". Chiarisce ancora il ricercatore: "Il sesto di impianto in gergo tecnico significa la distanza di piantumazione di un albero dall’altro. Se scelgo per un viale piante di dimensioni importanti che raggiungeranno i 15-20 metri d’altezza, devo ridurre il sesto di impianto. Ma così facendo – insiste Luchi – renderò inevitabili le potature, che espongono la pianta all’attacco di patogeni e carie e la indeboliscono, aumentando il rischio di caduta". Soluzioni? Progettare con razionalità gli interventi del verde pubblico e monitorare al meglio lo stato di salute delle piante nelle città. Monitoraggio che spesso entra in rotta di collisione con i magri bilanci e la cronica scarsità di personale delle amministrazioni locali.

Ieri, prima del peggioramento meteo del tardo pomeriggio, gli interventi in Toscana dei vigili del fuoco avevano superato quota 600, per tetti divelti, crolli di coperture, alberi caduti, rami pericolanti. Particolarmente impegnativo il lavoro a Massa e Lucca, le province più colpite dal maltempo.

"L’intensità del vento – rifletteva nella mattinata di ieri Bernardo Gozzini, prima del peggioramento di inizio serata – è stata maggiore di quanto previsto. In una decina di stazioni di rilevamento ha superato i 100 km orari. Significativo – spiega il meteorologo responsabile del consorzio Lamma di Firenze – il dato di quella di Castiglione d’Orcia: alle 11 (ieri mattina, ndr) avevamo vento a 137 km orari, ma un quarto d’ora prima la velocità era di 70 km e un quarto d’ora dopo di 45". A significare l’estrema potenza, violenza e anche brevità di fenomeni meteo estremi sempre più imprevedibili. Informa ancora Gozzini: dal 1950 ad oggi nei primi 20 posti delle estati più calde in Toscana troviamo quelle degli anni dal 2000 al 2022; in Toscana ogni 50 anni l’estate ha registrato un aumento di temperatura di 2 gradi, ogni anno l’incremento è di circa un grado-un grado e due. L’allerta gialla del Lamma è stata estesa alle 20 di stasera, poi nel fine settimana dovrebbe tornare il sole con caldo meno opprimente (32-33°). L’estate non è finita, settembre si annuncia un po’ più caldo del normale. Il rischio di nuovi cataclismi non si è dissolto. Che fare? "Rimanere informati – replica Gozzini – sulle notizie diramate dalla protezione civile. In giornate come oggi (ieri, ndr) è consigliabile evitare di stare all’aperto soprattutto in prossimità di alberi, e aspettare in casa che il peggio sia passato".