
Marco Valenza
Firenze, 24 febbraio 2021 - La Toscana è dal 14 febbraio in zona arancione e da quella data lo storico caffè Paszkowski , nella centralissima piazza della Repubblica, è chiuso. L’adiacente Caffè Gilli , sempre di proprietà della famiglia Valenza, lavora solo sull’asporto. Ma con danni enormi. "Si va avanti da metà febbraio, per forza di cose, solo con l’asporto – afferma Marco Valenza – e ciò significa rimetterci circa 5mila euro il giorno". E gli affitti? "Abbiamo dei contratti che non stanno né in cielo né in terra, sono da multinazionale. In compenso gli aiuti fino ad ora sono stati pressoché nulli. Tra ristori e credito d’imposta sulle locazioni abbiamo avuto il 4% del fatturato, su una perdita dell’80% per cento. Di cosa stiamo parlando?".
«Stiamo andando avanti da oltre un anno – si sfoga Valenza, che gestisce i locali con la mamma e la sorella – solo con le nostre forze. Ma è una situazione che crea una vulnerabilità dell’intero sistema. E’ facile poi diventare preda di gruppi multinazionali che aspettano di acquisirti per due euro. Qualche richiesta l’abbiamo avuta anche noi. Ma siamo una famiglia storica, i locali sono la nostra vita. Ci sentiamo vulnerabili, questo sì, ma per questo cerchiamo di non ascoltare queste proposte".
Secondo l’imprenditore, è mancato un sostegno, adeguato al fatturato, alle aziende che sono state colpite dalle restrizioni. "L’errore enorme che è stato fatto è quello di dare sgravi generalizzati ad un settore senza tener conto delle perdite subite nei centri storici, come quello di Firenze, dove, diversamente dalle coste toscane e italiane, i locali non hanno lavorato nemmeno d’estate". Nessun aiuto, inoltre, sul fronte degli affitti. "Potevano essere fatti degli interventi. La vita di ognuno di noi è privata, eppure con il lockdown si è dovuti restare a casa. Intendo dire: la politica ha dimostrato che dove vuole arrivare riesce, perché dunque non intervenire anche sugli affitti?", si chiede Valenza, che propone di trasformare gli importi delle locazioni che vengono scontate in credito d’imposta per i proprietari.
Oppure di riparametrare gli affitti in base ai fatturati che le aziende fanno ora e non sulla base di quanto i locali come Paszkowski e Gilli incassavano quando sono stati siglati gli onerosi contratti di affitto. Quei flussi di turisti e persone non ci sono più, infatti, e per tornare a quei livelli di affari ci vorrà tanto tempo, probabilmente due o tre anni. Nel frattempo, come andare avanti?