PIER FRANCESCO DE ROBERTIS
Cronaca

I cinghiali e gli oltranzisti

Il direttore de La Nazione risponde ai lettori

Pier Francesco De Robertis, direttore della "Nazione"

Firenze, 3 dicembre 2015 - Caro direttore, ho visto che La Nazione ha riportato la notizia della caccia ai cinghiali alle pendici di Fiesole. Vedo che ci sono posizioni a favore e contro, ma se gli abbattimenti sono fatti dall’autorità provinciale, e controllati scientificamente, non comprendo questo scangeo animalista.

Piero Perotti, Fiesole

Caro Perotti, su questa storia della caccia al cinghiale alle periferia di Firenze abbiamo ricevuto molte lettere di animalisti. E noi correttamente sul giornale abbiamo riportato tutte le posizioni in campo. Non posso non notare però, e con un certo dispiacimento, che come accade sempre quando si parla di animali e dei loro diritti, le posizioni di chi le sostiene assumono sempre toni violenti, linguaggio ultimativo e aggressivo. Uno si immagina San Francesco e trova Savonarola. Non c’è l’idea che qualcuno la possa legittimamente pensare in modo diverso, ma si usano termini come «assassinio», «bestialità» e riferisco solo i più gentili. Mi dispiace ma non sono sorpreso. Da tempo penso che l’animalismo sia una delle religioni laiche del nuovo millennio, uno dei frutti della modernità, e come molte religioni - specie in fase iniziale - assomigliano a delle sette. Noi rispettiamo chiunque, anche chi non la pensa come noi, loro ci offendono.