Imprese e illegalità. "Più ispettori in campo e norme per fermare il sistema apri e chiudi"

Summit con il ministro Calderone: "Nuove misure di contrasto". La città chiede sanzioni più severe per chi usa manodopera al nero

Calderone a Prato insieme a Eugenio Giani e Matteo Biffoni (foto Attalmi)

Calderone a Prato insieme a Eugenio Giani e Matteo Biffoni (foto Attalmi)

Prato, 29 marzo 2023 - Sul sito dell’Ispettorato del Lavoro l’ultimo rapporto pubblicato conferma che a Prato è irregolare il 98% delle imprese controllate. Un record in negativo che nella provincia non è una novità. Sfruttamento del lavoro, caporalato, illegalità economica ed evasione sono i macro temi che hanno convinto il ministro del Lavoro Marina Elvira Calderone ad andare a Prato dove ha promesso di tornare tra due mesi, non prima di aver convocato al ministero le istituzioni pratesi proprio per dare un segno tangibile di interesse.

Tre ore di confronto per portare all’attenzione di Roma le peculiarità di una città da venti anni in prima linea a combattere le piaghe del distretto parallelo.

Si tratta delle migliaia di imprese a conduzione straniera, in particolare cinese, che hanno messo le radici tra le fabbriche tessili sane dei Macrolotti di Prato. Un fenomeno che Comune, Provincia e Regione insieme alle forze di polizia, Asl e Ispettorato del lavoro stanno combattendo attraverso il progetto Lavoro sicuro e controlli interforze. Ora serve un passo ulteriore per fermare la mano illegale di un sistema economico strutturato e fondato sullo sfruttamento che macina milioni di euro in nero.

"Le ricadute economiche e sociali collegate al lavoro irregolare nel distretto di Prato hanno una dimensione tale che necessitano di un approccio multidisciplinare e un sistema di controlli organico", ha commentato il ministro al termine dell’incontro in Prefettura.

"Ci siamo posti un obiettivo chiaro: tenere conto della specificità del tessuto produttivo pratese e lavorare affinché le normative vigenti calate in un contesto così particolare possano migliorare e diventare efficaci in un territorio dove coesistono una serie di criticità. Per questo studieremo nuove e più efficaci strumenti per il contrasto al lavoro irregolare e tornerò nuovamente a Prato".

Risposte complesse a problemi complessi che assumono dimensioni titaniche. Per questo Prato chiede interventi specifici sia sul fronte delle risorse umane sia delle normative da poter applicare. In particolare è stata chiesta l’applicazione al manifatturiero del protocollo sul caporalato in agricoltura, sanzioni più severe e sospensione dell’attività più estesa per chi usa manodopera a nero e lavora senza rispettare le leggi, oltre a norme specifiche per bloccare il cosiddetto sistema ’apri e chiudi’, tanto caro agli imprenditori cinesi per sfuggire a tassazione e controlli grazie all’uso dei prestanome.

Il ministro Calderone sul fronte degli organici ha annunciato l’assunzione di 1.300 tecnici dell’Ispettorato del lavoro con l’obiettivo di incrementare i controlli. Difficile dire però, se e quanti ne arriveranno a Prato bollata come provincia ostile e poco attrattiva proprio a causa dei carichi di lavoro ingigantiti da una situazione oppressa dalla presenza del distretto parallelo.

"Abbiamo sottolineato la necessità di un potenziamento dei presidi come ispettorato del lavoro, Inps, Inail e forze dell’ordine per contrastare le criticità. Prato è senza dubbio un modello, come ha riconosciuto anche il ministro: abbiamo i nostri limiti e difetti, ma sicuramente a fronte di un fenomeno ben più grande delle competenze locali negli ultimi anni abbiamo fatto una serie di interventi in sinergia tra istituzioni che sono un caso unico e possono essere punto di riferimento per altri territori", commenta il sindaco di Parto Matteo Biffoni. "Lavoreremo insieme per aumentare gli organici ma soprattutto le normative per contrastare fenomeni come le aperture e chiusure facili delle attività, per allontanare dal mercato del lavoro chi non rispetta le regole".

Gli impegni del governo, sulla carta, sono dalla parte di Prato: l’obiettivo nei prossimi tre anni - ha ricordato Calderone - è di aumentare del 20% i controlli nelle aziende per arrivare a una riduzione complessiva del sommerso del 2%. Sarebbe già un traguardo.