La Nazione tra i banchi di scuola, parlano i prof: "Meno burocrazia, più didattica"

Ogni settimana l'appuntamento con il mondo dell'istruzione

Nel riquadro, il professor Marcello Contento

Nel riquadro, il professor Marcello Contento

Firenze, 9 settembre 2019 - Prosegue, forte anche del successo di partecipazione e interesse che sta riscuotendo, l’iniziativa de La Nazione dedicata al pianeta istruzione. Un viaggio tra i problemi, i disagi ma anche le tante luci, i bei progetti che germogliano nelle aule grazie al contributo di studenti e docenti.

Ogni lunedì il giornale accoglie da Toscana, Umbria e Liguria la preziosa testimonianza di un docente, con l’obiettivo di dare più voce a un mondo – quello della scuola – fondamentale nella società, perché forma gli adulti del domani e la cultura, le competenze dei giovani di oggi. Gli interventi degli insegnanti oltre che sulle pagine de La Nazione troveranno spazio sul sito del giornale (www.lanazione.it), che mette a disposizione un indirizzo mail per accogliere i contributi di chi vuole partecipare al dibattito.

L’indirizzo al quale inviare gli interventi è il seguente: [email protected] indicando come oggetto ‘La Nazione scuola’.

Ci siamo quasi. Tra pochi giorni ritorniamo tutti tra i banchi di scuola con gli stati d’animo più disparati. Molte domande troveranno risposta nelle prime settimane di scuola, altre, purtroppo, come l’atavica problematica della continuità didattica, rischiano di protrarsi per mesi. Gli studenti non sono i soli ad essere alle prese con l’avvio dell’anno; in questi giorni, anche dirigenti e personale scolastico sono impegnati con tantissime attività.

Procedure burocratiche che nel corso degli anni sono diventate sempre più complesse, sottraendo più tempo anche ai docenti, con l’inevitabile effetto di diminuire l’attenzione verso la didattica e la relazione con gli studenti. Se alla questione burocratica aggiungiamo anche le direzioni assunte, nel corso degli anni, dalle varie riforme scolastiche la frittata è fatta!

Al netto di tutto, come ogni anno, siamo “quasi” pronti per ricominciare. Gli studenti sono già lì con il loro bisogno di esprimersi e di raccontarsi. Se c’è una cosa che ho imparato in questi anni d’insegnamento è la certezza che tutti i ragazzi hanno almeno una propensione verso una disciplina. Il compito di noi insegnanti credo stia proprio lì.

Trovare quella chiave d’accesso che ci possa aiutare a cambiare radicalmente la vita scolastica dello studente. Don Lorenzo Milani sosteneva, “La scuola ha un problema solo. I ragazzi che perde”. Su questi presupposti è doveroso rafforzare il ruolo dei docenti. Sono loro, insieme agli studenti, a rappresentare il cuore pulsante della scuola.

Ripensare al ruolo dell’insegnante, ripristinando quel rapporto di fiducia e rispetto verso la professione, credo sia obbligatorio. Tantissime sono le esperienze, i metodi e le buone prassi in ogni angolo d’Italia, grazie all’impegno da parte di colleghi straordinari a cui andrebbe data voce. Per conoscere la scuola e migliorarla si potrebbe partire proprio da lì, ascoltando pazientemente chi la vive. In primis docenti e studenti.

E i dirigenti scolastici? Di sicuro il loro contributo è fondamentale, se solo riuscissero a non relegarsi ad un ruolo meramente burocratico e cercassero di mettere al centro del proprio lavoro le relazioni umane. Gran parte del “clima scolastico” dipende proprio dalle caratteristiche umane dei dirigenti e non da quelle amministrative.

Forse se riuscissimo a metterci tutti in discussione, potremmo contribuire a realizzare quella scuola di “prossimità” che si allontani radicalmente dal concetto di scuola-azienda e ritorni a mettere al centro dei propri valori le persone e i saperi.

Marcello Contento - Professore Economia, Prato