REDAZIONE CRONACA

Irma, Livorno e le altre: "effetti collaterali" di un nubifragio politico planetario

Jeffrey D. Sachs

Livorno, 12 settembre 2017 - Nubifragi e uragani sembrano essere la risposta involontaria del pianeta a chi invece lo ferisce consapevolmente. La notizia del nubifragio di Livorno con l’ondata di maltempo che sta vessando la penisola, ha raggiunto i partecipanti dell’incontro ‘Strade di pace’ , promosso dalla Comunità di Sant’Egidio a a Münster, in Germania, nel quadro dell’emergenza ambientale sollevata, letteralmente, dall’urgano Irma.

 

"Al G20 di luglio ad Amburgo gli Usa hanno detto no all'accordo sul clima, oggi l'uragano Irma ci dimostra tragicamente quanto quella scelta sia stata sbagliata e immorale": Jeffrey D.  Sachs, l'economista statunitense che dirige l'Earth Institute della Columbia University ed è autore, tra l’altro dell’ ‘Età dello sviluppo sostenibile’ , non crede che il disastro ambientale, evidenziato dalle alterazioni climatiche, con l’innalzamento dei mari, uragani e nubifragi, sia irreversibile: le inondazioni continueranno a colpire, potranno esserci altre vittime nei prossimi giorni, ma "non siamo destinati irrevocabilmente alla distruzione del creato. Dobbiamo usare le risorse e le tecnologie in nostro possesso per contrastare il riscaldamento globale e ridare potere agli strumenti di politica internazionale come il Consiglio di Sicurezza dell'Onu".

 

Nel corso del suo intervento, Sachs ha attaccato direttamente l'amministrazione Usa per essersi ritirata dall'accordo di Parigi sul clima: "Le industrie petrolifere hanno pagato i nostri politici per non raccontare la verità e dire no agli altri leader del G20 - ha accusato - e questo ha un nome, si chiama corruzione". L’emergenza ambientale viene ad affiancarsi a quella dei conflitti e al fenomeno delle migrazioni nel quale ha non poca parte. Sono 60 milioni i “rifugiati ambientali”, ricorda Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone. La previsione è che saranno 200 milioni entro il 2050: “Al nostro tempo tutto è ‘emergenza’, mentre il dramma ambientale è qualcosa di prevedibile”. “Ci vuole lungimiranza per prevenire le catastrofi”, gli fa eco Sachs. Eppure questo “attacco” all’ambiente ha in sé l’evidenza dei proverbi. Ne ha richiamato uno il politico e scrittore indiano Sudheendra Kulkarni: “E’ come tagliare il ramo dell’albero su cui si è seduti”.

“La crisi economica – osserva ancora Sachs - è connessa a quella ambientale. Noi utilizziamo all'80 per cento energie fossili che finiranno e che hanno effetti collaterali, inquinano. Per anni abbiamo sottovalutato i costi ambientali dell'utilizzo delle risorse. I cambiamenti agricoli incidono sull'ambiente, si eliminano le specie considerate inutili, nasce una ecologia artificiale che snatura l'ambiente. Il rendimento industriale ha effetti devastanti sull'aria e sull'acqua. Non si inquina per divertirsi ma spesso per garantire attività vitali. Così il dramma ambientale si manifesta come effetto collaterale dello sviluppo umano”.

Cosa fare? Ridurre l'emissione di anidride carbonica usando eolico, solare e nucleare. Adottare risposte reali nei prossimi 30 anni, implementare un’ agricoltura sostenibile, “combattere contro la vecchia guardia della industria inquinante: è chiaro che i petrolieri non condividono le mie idee, ma la politica deve investire nelle energie rinnovabili”. C’è un ruolo per le religioni? “Aiutare la gente a capire i pericoli ambientali, combattere contro ingordigia, far capire che sprecare le risorse è un male. Dobbiamo conoscere spiritualmente il valore del bene comune per difenderlo. I Paesi ricchi hanno creato lo sviluppo ma anche gli effetti collaterali dell'inquinamento, devono quindi operare con giustizia per riparare e ricostruire”. Il tempo sta per scadere, C'è bisogno di urgenza nell'agire. Michele Brancale