"Quanta ignoranza e superficialità. Giù la mani dal grande Montanelli"

Il presidente della Fondazione del paese natale del giornalista attacca: "Abbattere la statua? Assurdo"

La statua imbrattata (foto Ansa)

La statua imbrattata (foto Ansa)

Fucecchio (Firenze), 14 giugno 2020 - E insomma, come può accadere qualcosa di diverso se ti mettono un nome così? No, non Indro e neanche Cilindro. Eh, no. Lui aveva quattro nomi, il cui ultimo è la pietra angolare su cui ha fondato la vita e, suo malgrado, la morte: Indro Montanelli, come si legge nell’atto di battesimo conservato nella Collegiata di Fucecchio, si chiamava anche Alessandro, Raffaello e, rullo di tamburi, Schizògene, termine greco che significa ’generatore di separazione’ o, alla fucecchiese, ’seminatore di zizzània’. "Coerente col suo nome, no?", sorride Alberto Malvolti, presidente della Fondazione Montanelli-Bassi che lo difende da "presuntuosi ignoranti".

Qualcuno vuole togliere la statua di Montanelli a Milano. Lei ha detto che è un’offesa. Ma perché divide così tanto? "C’è chi lo stima e chi non lo sopporta per motivi ideologici o antropologici. Viene accusato di ’machismo’ quando, in realtà, ebbe un’educazione di stampo antico, borghese liberale. Ci sono soggetti che non digeriscono la sua figura. Tuttavia non ci sono tanti punti in cui attaccarlo. Così una macchia diventa sproporzionata quando serve a demolire la sua intera figura". Ferrara ha scritto sostanzialmente che, della statua, a lui non sarebbe importato nulla. "Sì , perché diceva che le statue attirano i piccioni. Ma non è un problema di statua, è di giudizio globale su una persona per un episodio giovanile circoscritto nel tempo e assunto da qualcuno come pecca gigantesca che copre tutta la sua esistenza". L’episodio è questo: a Montanelli, soldato in Africa ai tempi del colonialismo, viene data in sposa una ragazzina. "Lui è uno dei pochi che ha sempre raccontato questa vicenda. La verità è che lui è arrivato lì e gli è stato proposto questo matrimonio dalla popolazione locale. Lui accettò per essere autorevole adeguandosi ai costumi locali". Un atto di razzismo o di pedofilia, come qualcuno sostiene? "E’ folle. Era un’usanza locale di cui lui non approfittò mai, qualcosa che non ha niente di nascosto o di pedofilo o di violento. Se si dice che il colonialismo è violento, è un altro discorso, ma quel matrimonio era solo costume locale. E sa una cosa?" Cosa? "La stessa ragazza, quando Indro se ne andò, sposò il suo attendente ed ebbe un figlio al quale dette nome Indro. Lo avrebbe fatto se fosse stata traumatizzata o violentata?". Tempi duri per certi simboli della storia: Churchill, Colombo, Montanelli, tutti razzisti secondo alcuni. "Tutto questo è frutto di un’ignoranza totale della storia, di grande superficialità. Si pensa di avere la verità in tasca e di doverla affermare con tutti i mezzi, anche con la violenza". Come diceva Umberto Eco, i social danno diritto di parola a tutti, anche agli imbecilli. "Esatto. La gente ha scoperto la libertà di pensare da sola, ma questa liberazione comporterebbe una responsabilità e una certa umiltà. La competenza è vista come una colpa". Il sindaco di Milano ha detto che non ci pensa a togliere la statua. Le ha risposto? "No. Lo ha fatto invece il sindaco di Fucecchio, Alessio Spinelli, indignato come me di questa offesa al buonsenso". Schizògene, insomma, ha colpito ancora. "Dispiace che, nella percezione comune, lui passi per quello che ha abusato di una ragzzzina eritrea. Primo, non è vero. Secondo, ha vissuto 92 anni e scritto 50 libri, 50mila articoli e una straordinaria storia d’Italia. E’ tutto molto triste". © RIPRODUZIONE RISERVATA