MICHELE BRANCALE
Cronaca

I giovani, il Giubileo e le diocesi toscane

Se i ragazzi si sentono popolo. I frutti di un "processo"

La partenza dei ragazzi da San Piero a Sieve

La partenza dei ragazzi da San Piero a Sieve

Firenze, 14 agosto 2025 - Il Giubileo dei giovani è stato punto di arrivo e di ripartenza di un movimento, anzi, per utilizzare un'espressione cara a Papa Francesco, di “un processo”. L'incontro di Tor Vergata, dal 28 luglio al 3 di agosto, con la partecipazione di un milione di giovani, ben più alta di quanto atteso, presenta tratti importanti di un movimento sotterraneo che fa i conti con la realtà e con il futuro a partire dal Vangelo. In quelle giornate è stato prodotto anche un Manifesto dei giovani europei, che riporta alcuni dati che fanno pensare. Infatti, secondo il Pew Research Center, oltre il 70 per cento dei giovani europei tra i 16 e i 29 anni si dichiara non religioso. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ricorda che l'Europa è il continente con il più alto tasso di suicidi giovanili al mondo. Il 42 per cento dei giovani europei dichiara di ritenere la propria vita priva di significato. Tor Vergata dice di una ricerca che è in controtendenza rispetto a questi dati. Bisogna tenere conto, come ha osservato Andrea Riccardi, che questi giovani sono espressione di un popolo e non di una “massa”, e che hanno trovato in Leone una guida, una paternità.

Questa ricerca è stata fatta propria anche dalle diocesi toscane. Può essere utile ripercorrere alcuni eventi. Ad aprile 350 ragazzi della diocesi di Fiesole hanno partecipato al Giubileo degli adolescenti. Non c'era ancora Papa Leone, ma tutti sentivano l'orfananza per la scomparsa di Francesco. “Il messaggio che ci portiamo a casa e che diamo è questo. Che non i potenti, che erano sabato al funerale del Papa, fanno la storia, ragazzi. La storia la fanno le persone comuni, ovunque esse siano. Perché ogni persona può fare il bene o può fare il male. Chi fa il bene e combatte il male fa la storia. Questo ci ha insegnato Papa Francesco”, ha scritto loro il vescovo Stefano Manetti.

Al Giubileo dei Giovani c'era Papa Leone. Per arrivare a Tor Vergata, i giovani hanno adottati percorsi diversi, ma non individuali. Un gruppo di ragazzi delle parrocchie di San Piero a Sieve e Scarperia è partito per raggiungere Roma a piedi lungo la Via Francigena. A loro erano state consegnate dai parrocchiani e paesani richieste di preghiere da portare a Roma sulla tomba di San Pietro. Dalla diocesi di Firenze hanno preso parte 320 ragazzi. Con loro l'arcivescovo Gherardo Gambelli. La Chiesa è “rete”: tutti i giovani fiorentini sono stati ospitati nella parrocchia romana di Santa Galla. Giornate articolate, con incontri particolari, come quello con don Claudio Burgio, cappellano del carcere Beccaria di Milano, padre Gabriele Pedicino, priore degli agostiniani d'Italia, e Cesar Essayan, vicario apostolico di Beirut dei Latini. Molti sono i giovani che hanno visitato il santuario dei martiri a San Bartolomeo, sull'isola tiberina, dove la Comunità di Sant'Egidio raccoglie le testimonianze di chi ha donato la vita per seguire il Vangelo, come il giovane congolese Floribert Bwana Chui.

Nel frattempo a Pistoia, più di 100 pellegrini guidati dalla pastorale giovanile e universitaria della diocesi di Santiago di Compostela, sono stati accolti dai giovani dell'equipe della pastorale giovanile per vivere una giornata sotto il segno dell’amicizia e devozione a San Jacopo. Poi, con i giovani provenienti dalle parrocchie di tutta la diocesi, si sono recati a Roma per vivere insieme il Giubileo dei giovani con Papa Leone. Da Prato cento ragazzi con il vescovo Giovanni Nerbini. Non tutto ciò che viene proposto dalle diocesi ai giovani è confluito nel Giubileo, ma bisogna pur tenere conto degli oratori estivi rivolti ai giovanissimi: solo a Prato a giugno sono stati coinvolti 1500 tra bambini e adolescenti.