28 dicembre 1869, nasce la gomma da masticare. Ma sapete che era già nota ai Maya?

Faceva parte degli alimenti base delle razioni militari dei soldati Usa. Oggi ogni anno se ne disperdono 560 mila tonnellate nel mondo e ciascuna impiega ben 5 anni a decomporsi

Gomma da masticare (foto Ansa)

Gomma da masticare (foto Ansa)

Firenze, 28 dicembre 2022 - Quella che non appiccica, che non ingrassa, quella senza coloranti né conservanti, quella che fa dimagrire, che pulisce i denti, che aiuta a smettere di fumare: insomma la gomma da masticare. Prodotto simbolo del made in Usa, il chewing gum compie oggi 153 anni. Se escludiamo quelle degli antichi Maya, dove era già nota e consumata, le prime gomme da masticare furono realizzate dallo statunitense Thomas Adams e vendute nel febbraio del 1871 in una drogheria di Hoboken, nel New Jersey. Ma la sua vera nascita si deve a William Semple, il quale brevettò la prima ricetta il 28 dicembre 1869. La sua gomma era più consistente e di miglior sapore e questo ne decretò il successo nell’ultimo decennio dell’ottocento, grazie anche alle moderne tecniche di manipolazione degli alimenti, alla pubblicità e al moltiplicarsi dei distributori automatici. Ci vorrà ancora molto tempo perché il chewing gum approdi in Italia, si dovrà aspettare infatti il secondo dopoguerra e lo sbarco degli americani. Durante la seconda guerra mondiale il chewing gum era entrato a far parte degli alimenti base delle razioni militari dei soldati Usa, insieme alla Coca Cola e ad altri generi alimentari. Era stato arricchito da forti dosi di caffeina per aiutare i soldati impegnati negli estenuanti combattimenti. Masticare la gomma, infatti, oltre ad aiutare i soldati a tenere pulito l’apparato orale, riduceva la tensione. Quattro erano i gusti: menta, cannella, menta piperita e pepsina. Con l’arrivo delle truppe alleate in Europa il chewing gum si diffuse tra la popolazione, a partire dall’Inghilterra e poi nelle altre nazioni, tra cui l’Italia, diventando immediatamente uno degli emblemi più apprezzati del “mito americano”. Oggi però il chewing gum è guardato con minor favore soprattutto per i danni che provoca nell’ambiente. Essendo gomma sintetica la materia prima con cui viene realizzata, una cicca abbandonata per la strada, sulla spiaggia o in un bosco impiega oltre 5 anni a decomporsi. La naturale vocazione usa e getta di questo alimento non migliora le cose, si calcola infatti che nel mondo ogni anno si disperdano 560 mila tonnellate di gomme da masticare, di cui 23 mila solo in Italia. Fu poi l’americano Walter Diemer a inventare nel 1928 la gomma capace di fare piccole bolle d'aria, la ‘bubble gum’, e fu un altro successo. La curiosità: da una sorta di chewingum di 5.700 anni fa, fatto di resina di betulla, è stato estratto l'intero genoma di una donna vissuta nell'attuale Danimarca, con il Dna dei batteri presenti nella sua bocca e quello degli animali e delle piante che facevano parte della sua dieta. La scoperta è pubblicata sulla rivista Nature Communications dall'università di Copenaghen. Si è così scoperto che a masticare la resina di betulla era stata una donna, con capelli e pelle scura e occhi azzurri. L'analisi del Dna non umano ha inoltre permesso di individuare diversi batteri della bocca, alcuni dei quali responsabili di malattie delle gengive, come il Porphyromonas gingivalis, e quello del virus Epstein-Barr, responsabile della mononucleosi. Sono state anche trovate le tracce di Dna animale e vegetale, in particolare di noci e anatre, che dovevano far parte della dieta della donna. Masticare la resina di betulla, ottenuta scaldando la corteccia, era un'abitudine già dalla metà del Pleistocene (tra 760.000 e 126.000 anni fa). Non è la prima volta dunque che grumi di questo materiale vengono trovati in siti molto antichi, spesso con le impronte dei denti. Nasce oggi John von Neumann nato il 28 dicembre 1903 a Budapest. È stato uno dei più grandi matematici del XX secolo. Ha scritto: “Se la gente non crede che la matematica sia semplice, è soltanto perché non si rende conto di quanto complicata sia la vita”.