LUIGI CAROPPO
Cronaca

Gastone Simoni, i cattolici in politica senza il faro dell’impegno

Addio al vescovo di Prato, ambasciatore della Dottrina della Chiesa

Gastone Simoni

Firenze, 30 agosto 2022 - Uno dei primi messaggi di cordoglio di ieri è stato quello degli industriali pratesi. Confindustria ha definito Gastone Simoni, vescovo di Prato in uno dei periodi più difficile della trasformazione della città del tessile (dal 1991 al 2012), "una personalità di straordinario spessore con una altrettanto straordinaria capacità di porsi in sintonia con la città". E "al mondo dell’industria e più in generale del lavoro il vescovo Simoni ha sempre dimostrato grande attenzione e sensibilità" hanno aggiunto gli imprenditori. Perché sanno che in lui hanno trovato sempre dialogo e comprensione, stimoli, preghiera e benedizione.

Lo piange il mondo della politica e dell’amministrazione, in primis il sindaco Matteo Biffoni per testimoniare l’immenso affetto che la città gli ha tributato ricambiando l’amore profondo che monsignor Simoni, così lo chiamavano tutti, ha dato spontaneamente a Prato. Lo piange la gente, quella che affollava piazza del Duomo l’8 settembre nella festa più solenne della città e quella che in chiesa non ci metteva piede. Simoni, il vescovo di tutti. Se n’è andato in punta di piedi con lo sguardo rivolto al ’bene comune’, quello che virtuosamente può essere un punto di incontro tra laici e cattolici, tra politica e chiesa. Da Fiesole, dove si era ritirato ritrovando le sue origini sacerdotali, ha rivolto sempre lo sguardo oltre. Pensando a Prato certo, ma non smettendo di pensare a una certa idea di società e di casa comune per i cattolici impegnati. E’ stato ambasciatore della Dottrina sociale della Chiesa, scrisse il libro-manifesto “Liberi, ma non dispersi”.

Nell’ultima intervista a La Nazione nell’ottobre del 2021 aveva ammonito: "Moderati a rischio di mediocrità" e aveva auspiscato "cattolici liberi ma più uniti". "Non siate mediocri e non coraggiosi nel progettare e nell’operare per una più decisa trasformazione sociale a favore della povera gente ancora troppo numerosa tra noi e soprattutto nel mondo, a favore sia della pace e del “possibile” disarmo anzitutto nucleare e insieme a favore di un più deciso impegno per l’ambiente". Si batteva per una seria "politica dei diritti che dovrebbe vigilare, ma non umiliare l’indirizzo politico che intende incoraggiare il senso del dovere e della coesione sociale insieme alla liberazione dalla miseria, dall’ingiustizia e dalla dittatura d’ogni colore".

E ora? Ci mancherà. Sicuramente. Ma bisogna guardare oltre, come insegnava monsignor Simoni. Leonardo Bianchi, docente dell’Università di Firenze, e presidente dell’associazione ’Amici di Supplemento d’anima’ invita a raccogliere la sua eredità: "Don Gastone, un vescovo, un prete, un uomo che si è donato con abnegazione, totale generosità e senza risparmio alla comunità, consegna a tutti noi un compito assai impegnativo, che muove dall’esempio di Bene che ci trasmette per assumere una dimensione più impegnativa e proattiva. Adesso, tocca metterci in suo ascolto per capire come procedere: oggi che più che mai c’è bisogno nella vita pubblica dei suoi insegnamenti alla luce del Vangelo, sapendo che il suo pensiero e la sua opera rimangono un faro ed uno stimolo permanente per tutta la nostra attività a venire".