L’inchiesta di Prato: dimesso dall’ospedale muore 48 ore più tardi. Cinque indagati

Informazione di garanzia inviata a quattro medici e un infermiere Gaddo Giusti, 31 anni, si era presentato con un dolore al torace. Dopo gli esami era tornato a casa: il decesso due giorni dopo

Gaddo Giusti, 31 anni, era anche un calciante della “Palla Grossa“ di Prato

Gaddo Giusti, 31 anni, era anche un calciante della “Palla Grossa“ di Prato

Prato, 12 agosto 2022 - Sono cinque gli iscritti nel registro degli indagati, quattro medici e un infermiere del pronto soccorso del Santo Stefano, per la morte di Gaddo Giusti, il 31enne dipendente di un’azienda di termoidraulica e calciante della Palla Grossa nelle fila dei Verdi, deceduto sabato scorso nella sua casa in via Mino da Fiesole, 48 ore dopo essere stato dimesso dallo stesso pronto soccorso pratese.

L’accusa ipotizzata dalla Procura è di omicidio colposo: a finire nel registro degli indagati sono i professionisti che si sono occupati del giovane calciante dal suo ingresso fino alle dimissioni dal pronto soccorso. Una notizia che è arrivata dopo che la Procura ha avuto in mano tutta la documentazione, acquisita dai carabinieri Nas di Firenze, quale la cartella clinica di Giusti.

Il giovane si era rivolto al dipartimento di emergenza urgenza dell’ospedale Santo Stefano di Prato nella notte fra il 3 e il 4 agosto, poco dopo l’una, segnalando di avvertire un dolore toracico. Il giovane era stato sottoposto a una serie di esami ed era stato tenuto in osservazione per tutta la notte fino alla mattina: poco prima di mezzogiorno era stato dimesso con prognosi di due giorni.

Dunque risultano indagati tutti gli operatori che si sono occupati di Giusti nel suo percorso interno al pronto soccorso, dal triage agli esami fino alle dimissioni della mattina di giovedì 4 agosto.

Stamani ci sarà l’affidamento dell’incarico dell’accertamento autoptico sulla salma di Giusti, da sabato scorso ad anatomia patologica di Pistoia. La Procura ha individuato come consulenti due professionisti che lavorano in aziende differenti rispetto all’Asl Toscana Centro, della quale i cinque indagati sono dipendenti. I due professionisti sono il dottor Luigi Papi, medico legale di Pisa, e uno specialista della medicina d’urgenza, il dottor Alberto Conti. Anche la famiglia di Gaddo Giusti, rappresentata dall’avvocato Gerardo Marliani del foro di Pistoia, ha nominato i propri consulenti di fiducia: si tratta del dottor Massimo Forgeschi di Firenze e di uno specialista cardiologo scelto dallo stesso Forgeschi.

Parteciperanno all’accertamento tecnico irripetibile anche i consulenti di parte nominati dagli indagati. Stamani dovrebbe svolgersi l’esecuzione dell’autopsia. Un esame che dovrà fornire risposte a quesiti che possano chiarire le cause che hanno portato al decesso improvviso di una giovane descritto dai familiari come forte e in buona salute.

Fra le domande c’è da chiarire se il 31enne soffrisse di patologie pregresse e se le analisi eseguite quella notte al pronto soccorso siano state sufficienti per il problema (dolore toracico) per il quale il giovane si era presentato in ospedale. Sono stati richiesti anche gli esami tossicologici. Riscontri grazie ai quali la Procura intende fare chiarezza se sono da rilevare eventuali responsabilità mediche o meno sull’improvvisa morte del giovane calciante. La madre di Gaddo Giusti fin da subito si è detta determinata ad andare fino in fondo per conoscere la verità sulla fine inspiegabile del figlio e se ci sono responsabilità mediche al riguardo.

Intanto, entro la fine di questa settimana il rischio clinico dell’Asl Toscana centro chiuderà l’indagine interna che è scattata parallelamente al’indagine della Procura, ascoltando anche i sanitari che hanno preso in carico il 31enne oltre che verificando la cartella clinica.