Furti di marmitte, ladri scatenati: ecco cosa c'è dietro

Diversi i casi in Toscana. A fare gola i metalli rari contenuti, tra cui platino, palladio e rodio, il cui valore può essere 10 volte superiore all'oro

La sala operativa

La sala operativa

Firenze, 27 marzo 2023 - Le marmitte catalitiche vanno a ruba sul mercato nero. Un business che ai ricettatori può arrivare a far fruttare diverse migliaia di euro a “colpo”. Dunque, non gioielli o preziosi, ma marmitte o catalizzatori segati dai mezzi in sosta.  A fare gola sono gli elementi presenti nell'impianto che tratta i gas di scarico. Si tratta di metalli rari, tra cui platino, palladio e rodio, il cui valore può essere 10 volte superiore all'oro. Significa centinaia di migliaia di euro per un chilogrammo di materiale. Basta dare un’occhiata alle quotazioni per farsi un’idea di quanto un catalizzatore possa fruttare. Il platino oggi è scambiato a 31 euro al grammo, il palladio a 43 euro al grammo e il rodio, il più raro di tutti, addirittura a 335 euro al grammo (ma due anni fa è arrivato anche a 700 euro).

I casi in Toscana

Il fenomeno dei furti di catalizzatori dilaga anche in Toscana e la scena sta diventando ormai un classico: si sale in auto, si avvia il motore e, al posto del solito rumore, arriva un rombo assordante. Si scende dall’auto per controllare e ci si accorge che manca la marmitta. A maggio nel mirino dei ladri di catalizzatori è finita anche l'azienda del servizio ambientale con 40 automezzi colpiti nel fiorentino e 20 nel pistoiese. A settembre, invece, la polizia ha arrestato due cittadini albanesi di 24 anni, accusati del tentato furto aggravato in concorso di un catalizzatore portato via da un’utilitaria parcheggiata all’Isolotto.

A dare il tempestivo allarme è stato un residente che intorno alle 22.30 si era affacciato alla finestra, dopo aver sentito un forte rumore in strada. Secondo quanto ricostruito, nel parcheggio di fronte al suo stabile, due uomini erano alle prese con una Honda Jazz: mentre uno faceva verosimilmente da “palo” l’altro era sdraiato sotto la vettura e si stava dando da fare con un seghetto elettrico.

Di fronte all’inequivocabile scena, il solerte cittadino ha urlato ai due di fermarsi e, dopo aver un po’ tergiversato, a questo punto la coppia si sarebbe allontanata velocemente a bordo di una piccola Panda bianca (poi risultata a noleggio). Descrizioni alla mano del duo e della vettura, la sala operativa della Questura di Firenze si è messa subito a lavoro seguendo la loro fuga sui monitor del sistema di videosorveglianza cittadina e in pochi istanti i fuggitivi si sono ritrovati intrappolati nella rete delle volanti, all’angolo tra via Torcicoda e via dell’Argingrosso. Oltre ad un catalizzatore, gli agenti hanno rinvenuto nelle loro disponibilità tutta una serie di strumenti, con molta probabilità, utilizzati per mettere a segno il colpo: un seghetto elettrico “flex”, alcuni seghetti da ferro, chiavi inglesi, un cric professionale e infine un avvitatore a cricchetto.

Tra le altre cose, dal telefonino di uno degli indagati sono saltate fuori alcune foto di catalizzatori e delle quotazioni del “rodio”, uno degli elementi impiegati proprio nella costruzione di questi apparecchi. Proprio l’interesse per il rodio, secondo una mera ipotesi investigativa, potrebbe aver dato impulso a questa particolare e settoriale tipologia di furto.  

La nuova frontiera

Mentre anni fa erano notoriamente le autoradio ad andare a ruba, oggi l’oggetto del desiderio della criminalità sembrerebbe infatti puntare altrove. Secondo gli inquirenti, infatti, i catalizzatori rubati dalle vetture, oltre ad alimentare possibili mercati illeciti dei pezzi di ricambio, oggigiorno sembrerebbero molto ricercati perché al loro interno contengono metalli preziosi.