ROSSELLA CONTE
Cronaca

Gli studenti americani sono tornati. Ma la Saci dopo il Covid non riaprirà

Lo Studio Arts College di via Sant’Antonino fu fondato nel 1975. Trentacinque persone senza lavoro

FIRENZE, 22 giugno 2021 -  La passeggiata fino al piazzale Michelangelo e a San Miniato, la tappa in Santa Croce e le escursioni nel Chianti. In città si sente sempre più parlare americano ma anche spagnolo, tedesco e francese. Sono pochissimi, niente rispetto al periodo pre-Covid in cui Firenze macinava milioni di turisti. Ma gli studenti a stelle e strisce stanno tornando. Se in primavera erano circa 400 i ragazzi, con l’avvio dei programmi estivi sono quasi raddoppiati. Non solo americani però, ci sono anche francesi, spagnoli, svizzeri e nordeuropei. Per avere una mappa basta fermarsi davanti alle paninoteche diventate tappe d’obbligo per i visitatori da tutto il mondo.  

«C’è tanta voglia di tornare, a influire positivamente c’è il piano vaccini che sta procedendo velocemente e soprattutto il grande amore che gli americani hanno nei confronti di Firenze" sottolinea Fabrizio Ricciardelli, direttore dalle Kent State University e presidente dell’Aacupi, l’associazione delle università americane. "Sono ancora pochi, io personalmente in questo periodo di solito avevo circa 250 alunni, questa estate sono 30 – riprende Ricciardelli – Ma ci sono buone prospettive per l’autunno, salvo sorprese, e a primavera dovremmo ritornare ai numeri che potrebbero essere quasi quelli del periodo pre-pandemia". A Firenze sono circa 40 le università straniere capaci di accogliere ogni anno circa 15mila studenti. Oggi in città a riaprire i battenti sono state appena 10. E non tutte ce la faranno a ripartire.  

La prima vittima del Covid è stata la Saci, la scuola che fu fondata nel 1975 in via Sant’Antonino e che ha accolto migliaia di studenti Usa. Con la chiusura dell’Istituto 35 persone hanno perso il lavoro. A darne notizia la Cgil. "In questi mesi abbiamo provato a costruire con la direzione un dialogo costruttivo ma invano. Ancora una volta sollecitiamo a valutare soluzioni alternative alla chiusura" afferma Leonardo Croatto della Flc Cgil. Gli allievi di Oltreoceano, che hanno passato i mesi più belli della loro vita, come raccontano, nella città più amata al mondo, hanno deciso di scendere in campo e di non darsi per vinti. Non a parole ma con i fatti. Prima hanno dato vita a un gruppo Facebook di discussione Saving Saci, poi a una petizione che ha raccolto nel giro di pochissimo tempo quasi 2mila firme, quindi a una raccolta fondi. Gli studenti americani hanno deciso di mettersi le mani in tasca per sostenere una realtà apprezzata in tutto il mondo. "Come artisti, alunni e amici dello Studio Arts College International siamo seriamente preoccupati di questa decisione. Saci è stata fondata nel 1975 da Jules Maidoff, un artista americano con il sogno di aprire un istituto in Italia. Negli ultimi 46 anni è diventata la più prestigiosa scuola d’arte americana di Firenze ed è riconosciuta a livello internazionale".