REDAZIONE CRONACA

Firenze, all’asta da Pananti due opere di Ottone Rosai

Sono esposte fino al 14 ottobre e saranno battute all’asta il 15

Paesaggio Toscano

Firenze, 9 ottobre 2021 - La Casa d’aste Pananti di  Firenze presenta due importanti opere del pittore toscano Ottone Rosai ( Firenze, 1895 - Ivrea, 1957) nella vendita del catalogo di Arte Moderna e Contemporanea (Autori del XIX e XX secolo) che si terrà venerdì 15 ottobre a Palazzo Peruzzi De’ Medici in via Maggio n. 28-28/A.  Si tratta di due dipinti ad olio su tela: il primo è ‘Paesaggio Toscano datato 1920, un olio su tela cm 38x56,8. Si tratta del lotto 277 stimato 50.000/70.000 euro.

La provenienza di questa opera pittorica dello scrittore Nicola Lisi sollecita una congiunzione , proprio nel libro suo più noto, “Diario di un parroco di campagna” edito da Vallecchi nel 1942, dove il prete “chiamato da una donna a benedire la sua camera” si sofferma “su un quadretto di pittura appeso in alto alla parete, che raffigura un luogo tutto vegetale. Abbassai il capo e chiusi gli occhi, perché mi prese lo struggimento a quella vista. Ebbi una illuminazione che stimai non fosse in armonia e neppure in dissonanza con la fede: che quell’assenza della vita umana ed animale richiamasse, chi sa come, nell’aria circostante suoni genuini”.

L’altro dipinto è "Donne al lavoro" (1921), olio su tela cm 46x38 (lotto 278 stima 40.000/50.000), riporta un' imponente scheda bibliografica; pubblicato nella monografia dell’artista nel 1947 da Arnaud a Firenze, esposto due volte alla Biennale di Venezia 1948 e 1952. I due dipinti provengono dalla collezione dello scrittore Nicola Lisi (Scarperia 1893- Firenze 1975).  "Paesaggio" è presentato come un inedito di elevato significato per la storia di Ottone Rosai. Costruita a fibra a fibra, con andamento pittorico corsivo, la tela mantiene in vista le striature delle pennellate, quasi per una sensazione di pioggia o di aria mossa dal vento, obliqua, come avviene in altri preziosi dipinti dell'inizio anni Venti. I verdi sono marezzati e dinamici come pure i gialli dorati e gli azzurri che raffrescano cielo estrada, si fondono nelle loro chiome gli alberi e l'atmosfera, il tutto percorso da un brivido panico, un ondeggiante stormire di fronde. È, questo insieme, caratteristica originale del Rosai di un certo periodo, inizio anni Venti, che padroneggia il rigore geometrico del paesaggio toscano con la sorvegliatissima composizione del quadro, in una tessitura fitta di trasparenze, di filamenti luminosi.  "Donne al lavoro", con data 1921, è indicata la proprietà: Gioacchino Contri, primo collezionista del quadro, un intimo amico di Ottone, direttore del foglio del fascismo  fiorentino, "Il Bargello", cui Rosai collaborò fittamente.

 

Maurizio Costanzo