MASSIMO BENEDETTI
Cronaca

Perseguitata e uccisa, i retroscena choc di un femminicidio che si poteva evitare

Ad aprile l’uomo era stato denunciato dalla moglie per maltrattamenti. Il giudice aveva disposto che avesse il braccialetto elettronico ma non ce n’erano disponibili e l’appuntamento era stato fissato per oggi

Riccò del Golfo (La Spezia), 22 maggio 2024 – Oggi avrebbero dovuto mettergli il braccialetto elettronico. Troppo tardi. Lunedì mattina ha ucciso la moglie nel salotto di casa con dieci coltellate. L’ha colpita all’addome e anche alle braccia, perché la poveretta ha cercato invano di difendersi da quella furia omicida. Poi si è tolto la vita tagliandosi la gola con lo stesso coltello da cucina.

L’ennesimo femminicidio, che forse si poteva evitare, è avvenuto nell’entroterra spezzino, a Riccò del Golfo, in Val di Vara.

Saida Mammouda, la vittima, avrebbe compiuto 47 anni il prossimo 15 giugno. Di origini tunisine, era diventata cittadina italiana la vigilia di Natale del 2022. Una cosa di cui andava molto fiera. Il marito Hichem Ben Fattoum, 50 anni, anche lui tunisino, operaio edile con qualche trascorso con la giustizia, non aveva invece ricevuto la cittadinanza italiana. Vivevano in Italia da una ventina d’anni e da dieci abitavano a Riccò. Il sindaco Loris Figoli li aveva aiutati dando loro un alloggio comunale e anche economicamente.

Il 16 aprile scorso l’uomo era stato denunciato dalla moglie per maltrattamenti nei confronti suoi e della figlia. Il padre non voleva che la ragazza di 12 anni, studentessa delle scuole medie con buon profitto, frequentasse i maschi. Anche se insieme alle altre amiche. E una volta l’uomo aveva esagerato: dopo averle vietato di andare al parco del paese uscita da scuola, al suo rifiuto aveva picchiato sia lei, tirandole i capelli e prendendola a ciabattate, che la madre con calci e pugni. Lo stesso figlio di 16 anni aveva convinto la mamma a denunciare il padre, perché non sopportava più le sue violenze e i soprusi. Quel giorno madre e figlia erano state medicate al pronto soccorso e non avevano fatto più ritorno a casa. Fino a quando, il 23 aprile, il gip aveva firmato la richiesta del pubblico ministero Monica Burani per il divieto di avvicinamento ai familiari e al domicilio.

Hichem Ben Fattoum avrebbe dovuto avere anche il braccialetto elettronico, mentre alla moglie e alla figlia doveva essere consegnato un tracker che lancia un segnale di allarme in caso di avvicinamento. Ma qui entra in gioco l’italica burocrazia. Non ce n’erano di disponibili a causa delle numerose richieste, pertanto l’appuntamento per l’applicazione è stato dato un mese dopo. Oggi, appunto, 22 maggio.

Un tempo eccessivo, che avrebbe dovuto essere accorciato. Ma purtroppo nessuno è riuscito a far nulla e intanto un’altra donna è morta sotto i colpi di un uomo che si sapeva violento e che in passato, leggendo le carte, avrebbe anche cercato di strangolarla con una sciarpa. Lunedì non sarebbe andato a casa armato. Forse voleva un chiarimento, sulla porta non ci sono segni di forzatura, magari si era tenuto una copia delle chiavi o la stessa donna gli ha aperto. Il coltello lo ha preso in cucina.

I figli, che al momento della tragedia erano a scuola, sono stati portati da una zia materna. Il paese, sgomento per la tragedia, sta organizzando una fiaccolata in memoria di Saida.