“Risorse importanti, in Toscana mancano almeno 25mila alloggi pubblici”

Laura Grandi, segretaria generale del Sunia, commenta il piano regionale contro l’emergenza abitativa: “Occorre che si torni ad investire risorse nazionali per poter finalmente fare una programmazione”

Firenze, 25 marzo 2024 – “In Toscana? Mancano almeno 25mila alloggi pubblici. L’intervento da parte della nostra Regione rappresenta uno sforzo importante, che certo non tutti fanno. Di questo siamo molto contenti. Occorre però che si torni ad investire risorse nazionali per poter finalmente fare una programmazione”. A dirlo è Laura Grandi, segretaria generale del Sunia per la Toscana. Intanto, partiamo dai numeri: nella nostra regione le case popolari sono 50mila, di cui 4700 adesso sfitte. Firenze ha solo nel proprio comune 8100 residenze popolari. 12mila sono nell’area metropolitana. Adesso, nel capoluogo toscano ci sono quasi 1300 alloggi sfitti. “Questo perché mancano i fondi per ristrutturare gli appartamenti una volta che vengono liberati - spiega la segretaria del Sunia -. In gran parte si tratta di anziani che purtroppo ci lasciano. Consideriamo che per mettere a norma un appartamento occorrono di media 20mila euro. E sono due anni che non arriva un centesimo dallo Stato per il comparto dell’edilizia pubblica”.

I soldi investiti dalla Regione Toscana in questo senso rappresentano una boccata d’ossigeno ma, rimarca Grandi, "se non ci sarà un’inversione di tendenza a livello nazionale, non riusciremo a raddrizzare il tiro”. Senza i soldi per ristrutturarli, gli appartamenti rimangono irrimediabilmente vuoti. E certo questo non è accettabile in un territorio in cui il bisogno di case a prezzi calmierati è sempre più stringente. 25mila le persone che in Toscana sono in graduatoria per la casa popolare. Altrettante hanno fatto domanda per ottenere il contributo per l'affitto. Una situazione che, calata nella realtà fiorentina, si traduce in 2500 persone in attesa di alloggio Erp. E di quasi 3mila che hanno fatto richiesta di contributo affitto. “E’ di questi giorni la notizia che a Firenze ci vogliono mille euro per affittare un bilocale - ricorda Laura Grandi -. È evidente che le famiglie normali non sono più in grado di ottenere una sistemazione dignitosa. Purtroppo, nel capoluogo toscano il mercato delle locazioni è soffocato dagli affitti turistici. Per questo sarebbe necessario investire nell’edilizia pubblica, in modo da dare una risposta ad esempio a quelle giovani coppie che di poco superano l’attuale limite Isee di 16.500 euro, tetto massimo per partecipare al bando per le case popolari, per le quali mediamente si paga 100 euro di affitto». Grandi parla di una fascia «semi-rossa», composta da giovani o meno giovani malpagati, con contratti precari o partita iva. Nuclei familiari, insomma, per i quali il futuro è particolarmente incerto. “La mancanza della casa di proprietà è un acceleratore verso lo stato di povertà», sospira Grandi, che non a caso invoca l’innalzamento a 20mila euro del tetto Isee per i bandi Erp. Tra i comuni virtuosi, c’è senza dubbio Firenze, che ha “stanziato 6milioni di euro per ristrutturare le case popolari”, ma la situazione regionale è disomogenea. “Sono aumentate le situazioni di fragilità e non ci sono abbastanza case popolari per le famiglie di lavoratori - conclude -. 2200 euro al mese di stipendio non bastano per vivere a Firenze, che resta il caso più eclatante. E poi sfatiamo un mito: negli Erp gli stranieri sono meno del 10%. Il rischio ghetto dunque non esiste. Nelle case popolari vivono tante persone che hanno la pensione minima, invece. Per questo l'età media è molto alta. La situazione poi è variegata. Chi sostiene che nelle case popolari ci sono solo stranieri sbaglia di grosso”.