La chiusura di Ellis Island, porto della speranza. Vi ricordate cos'era?

Passaggio obbligato per milioni di italiani in cerca di un futuro migliore, oggi questo luogo di speranze e lacrime è diventato un museo. Ecco chi è stata la 'migrante zero'

Ellis Island (foto Ansa)

Ellis Island (foto Ansa)

Firenze, 29 novembre 2022 - Ellis Island è stato il principale punto d'ingresso per gli emigranti che sbarcavano negli Stati Uniti. Un isolotto artificiale, situato nella parte alta della baia di New York, dove tra il 1892 e il 29 novembre 1954, giorno in cui venne chiuso, sono passati oltre 12 milioni di persone in cerca di fortuna, tra cui tanti italiani. Era il primo contatto con l'America, il primo approdo dove la speranza per un futuro migliore poteva essere accesa o spenta tra le lacrime, in caso di rifiuto. Migranti provenienti dall’Italia, dall’Irlanda, dalla Grecia, dall’Algeria, dalla Russia, arrivavano a Ellis Island per cercare di ottenere il visto e diventare cittadini statunitensi. Qui i medici del servizio immigrazione controllavano rapidamente ciascuno di loro, contrassegnando sulla schiena con un gesso quelli che dovevano essere sottoposti ad un ulteriore esame per accertarne le condizioni di salute. Chi superava questo primo esame, veniva poi accompagnato nella Sala dei Registri, dove erano attesi da ispettori che li registravano. Solo dopo gli immigrati ricevevano il permesso di sbarcare e venivano accompagnati al molo del traghetto per Manhattan. I "marchiati" invece venivano inviati in un'altra stanza per controlli più approfonditi. Dal 1917 furono introdotte delle modifiche alle norme d'ingresso per limitare i flussi migratori. Venne introdotto il test dell'alfabetismo e dal 1924 vennero approvate le quote d'ingresso: 17mila dall'Irlanda, 7.500 dal Regno Unito, 7.400 dall'Italia e 2.700 dalla Russia. Ellis Island dopo essere stato chiuso, ha riaperto le proprie porte nel 1990, per accogliere non migranti ma visitatori: è diventato infatti il Museo dell'Emigrazione. Ma chi è stata la prima persona a oltrepassare quella che fu battezzata la "Porta d'Oro"? Si chiamava Annie Moore, era partita dall'Irlanda 12 giorni prima, e quel giorno compiva 15 anni. Fu lei la prima a sbarcare: era Capodanno del 1892. "Avanti le donne e i bambini": a quell'annuncio si fece avanti, era in testa a una lunga fila, e fu la prima dei passeggeri della sua nave a transitare per la nuova stazione di ispezioni federale nel porto di New York. All'arrivo la "migrante zero" ricevette una moneta d'oro: "Dice che non se ne separerà mai. Che la terrà sempre per ricordo", scrisse 130 anni fa il New York Times registrando l'avvenimento. Annie e i due fratelli minori Anthony e Phillip, per superare il varco e riabbracciare i genitori che abitavano a Manhattan già da qualche anno, impiegarono mezz'ora. Per ironia della sorte, un passeggero che oggi arriva a JFK, a superare i varchi ci impiega due ore e passa. Nasce oggi Clive Staples Lewis nato il 29 novembre 1898 a Belfast, Antrim. Famoso nel mondo per aver scritto "Le Cronache di Narnia", all’università di Oxford ha insegnato lingua e letteratura inglese. Ha scritto: “Il compito del moderno educatore non è di disboscare giungle, ma di irrigare deserti”.