
Ci sono anche le spirometrie tra gli esami che saranno effettuati in ambulatorio
Firenze, 10 luglio 2025 – Fra tre settimane partirà, con una pattuglia ridotta rispetto alle attese, la sperimentazione sanitaria che farà da apripista in Italia. Solo 320 medici di famiglia – su 450 previsti – hanno aderito al bando regionale per la presa in carico dei pazienti cronici. Il progetto prevede che i medici effettuino direttamente in ambulatorio esami e controlli, e si lega a un meccanismo premiale: chi prende in carico tra 70 e 120 pazienti cronici all’anno, riducendo le richieste di prestazioni specialistiche e strumentali riceverà un bonus aggiuntivo. Dei due milioni di euro stanziati per un anno, ne verranno spesi poco più della metà.
La sperimentazione si inserisce nella riforma della medicina territoriale, ancora in fase di costruzione. Ai medici è chiesto di svolgere una parte crescente della diagnostica di primo e secondo livello, alleggerendo così la pressione sul sistema ospedaliero.
“Essendo il primo progetto del genere in Italia, valutiamo come estremamente positivo il punto di partenza”, commenta Niccolò Biancalani, segretario regionale della Fimmg, il sindacato di categoria più rappresentativo. “Contiamo il prossimo anno di aumentare i fondi a disposizione e il numero di adesioni”.
Ma 320 medici su 2.700 (uno su nove) non sono troppo pochi per sostenere un progetto così ambizioso? “È una proporzione che non tiene conto dell’organizzazione del sistema – replica Biancalani –. I medici che hanno aderito hanno fatto richiesta per più ambulatori e quindi potranno prendere in carico molti pazienti all’interno dell’Aft”.
Le Aft – Aggregazioni funzionali territoriali – riuniscono più medici di base in gruppi che garantiscono assistenza integrata e continuativa per l’intera giornata. Struttura pensata per superare i limiti del singolo studio e rafforzare la medicina di prossimità. “Il progetto ha bisogno di tempo, valutazione e correzioni per poter cominciare a correre”, aggiunge Biancalani.
Ma cosa si potrà fare, concretamente, in questi ambulatori sperimentali? Le attività si concentreranno su cinque aree: malattie respiratorie, cardiovascolari, diabete, dolore cronico, e diagnostica ecografica.
Nei casi di patologie respiratorie si partirà con la spirometria, anche con test di broncoreversibilità, utile per valutare se un’ostruzione bronchiale è reversibile con la terapia. Negli ambulatori di secondo livello sarà possibile effettuare anche l’emogasanalisi, che misura ossigeno, anidride carbonica e pH nel sangue, fornendo indicazioni cruciali sulla funzionalità polmonare, renale e sull’equilibrio metabolico.
Per le malattie cardiovascolari e lo scompenso, il primo livello prevede l’elettrocardiogramma, mentre il secondo aggiunge Holter pressorio e Holter cardiaco. I pazienti diabetici potranno fare analisi del sangue con misurazione della glicemia e dell’emoglobina glicata, oltre all’elettrocardiogramma; nei livelli più avanzati si potrà eseguire anche l’ecocolordoppler dei tronchi sovraortici, per monitorare la circolazione cerebrale.
Nel trattamento del dolore cronico, i medici potranno ricorrere alla mesoterapia antalgica, con iniezioni locali a basso dosaggio. In seconda battuta si prevedono infiltrazioni articolari con acido ialuronico, cortisone o anestetici. Infine, sul fronte della diagnostica per immagini, saranno effettuate ecografie dell’addome, del torace, del collo, dell’apparato muscoloscheletrico, oltre a ecocolordoppler degli arti inferiori e dei tronchi sovraortici.
Entro venti giorni le Asl pubblicheranno le graduatorie con i nomi dei medici selezionati. A quel punto, la sperimentazione potrà davvero partire. Resta da capire se questa macchina, pur snella e ambiziosa, avrà la forza per incidere davvero sul carico del sistema sanitario.