Firenze, 29 gennaio 2024 – Lutto nel mondo dello spettacolo, questa mattina è morta Sandra Milo, aveva compiuto 90 anni nel 2023. Si è spenta nella sua abitazione tra l'affetto dei suo cari come aveva richiesto.
Lo ha reso noto la famiglia. Sandrocchia, come l'aveva soprannominata Federico Fellini per il quale è stata una musa, è stata una delle attrici più popolari del cinema italiano.
Sandra Milo era molto legata a Firenze, tanto che la sua ultima fatica cinematografica è legata al regista fiorentino Alessandro Sarti che l’aveva scelta tra i protagonisti del film ‘Che bella storia la vita’.
La Milo aveva accettato subito questa trasferta toscana con grande entusiasmo. Lo ricorda anche Lorenzo Becattini, presidente di Firenze Fiera, che nel maggio scorso organizzò la presentazione del libro e poi la proiezione del film ‘Che bella storia la vita’ al Garden di Villa Vittoria. “In quella occasione – ricorda il presidente – era stata proprio Sandra Milo a voler sottolineare il suo forte legame con la Toscana. Era entusiasta di omaggiare la sua regione”. "È stata una grandissima attrice – prosegue il presidente –, molto ironica. Ha segnato un pezzo di storia del nostro Paese, non solo dal punto di vista cinematografico. Una donna straordinaria”.
Forse non tutti sanno che le origini di Sandra Milo sono proprio toscane. Nata a Tunisi nel 1933, la giovane Elena Salvatrice Greco, questo il vero nome, si trasferì giovanissima tra Orciatico, Monsummano, Vicopisano, Viareggio, luoghi d’origine della sua famiglia da parte di mamma.
La carriera di Sandra Milo
Sandra Milo, una carriera lunga quasi settant’anni di carriera a partire da quella prima volta a fianco di Alberto Sordi nel film del 1954, "Lo scapolo" di Antonio Pietrangeli.
Salvatrice Elena Greco, questo il suo vero nome, è stata protagonista indiscussa di una della stagioni più belle del cinema italiano, diretta dai più grandi registi che spesso le hanno costruito addosso personaggi entrati nella storia del cinema. Uno per tutti, il grande Federico Fellini che la scelse per "Otto e mezzo"e "Giulietta degli spiriti" per poi volerla di nuovo per il ruolo di Gradisca in "Amarcord", un personaggio che la Milo decise poi di non interpretare abbandonando per qualche anno il cinema per motivi familiari. Nella sua lunga filmografia non solo Fellini che la soprannominò affettuosamente Sandrocchia. Altre volte ancora Pietrangeli per due capolavori come "Adua e le compagne" e "Fantasmi a Roma", poi Dino Risi con "L’ombrellone", Roberto Rossellini per "Vanina Vanini", Pupi Avati per "Il cuore altrove" fino ai registi delle ultime generazioni come Gabriele Salvatores ("Happy family") e Gabriele Muccino ("A casa tutti bene"). Una sterminata filmografia che abbraccia tutti i generi del cinema.